Se il termine crisi dovesse rimanere per alcuni astratto e nebuloso, perché legato a fantomatici indicatori economici, questa storia permette a tutti di capire bene quali sono gli effetti reali della crisi sulle famiglie italiane. I problemi reali di una famiglia in crisi iniziano con la perdita del lavoro e soprattutto con la fine degli ammortizzatori sociali e dei sussidi di disoccupazione che segnano l’inizio di un vero e proprio travaglio esistenziale.
Angela Di Nunzio vive ad Umbertide, un comune umbro in provincia di Perugia, il marito è stato licenziato all’età di 58 anni. Ha lavorato per quindici anni in una fabbrica di mattonelle. È stato l’ultimo ad essere mandato a casa, perché il suo datore di lavoro ha tenuto conto del fatto che hanno tre figli.
«Fino al 2011- mi racconta - la nostra famiglia tirava avanti con settecento euro di disoccupazione, ora sono mesi che non paghiamo l’affitto, le bollette. Vivere con mille euro non è facile, ma almeno potevo pagare una volta la luce, il mese successivo l’acqua. A settembre non potrò comperare i libri per mio figlio. L’assistente sociale mi ha detto che il comune rimborsa la spesa dei libri presentando lo scontrino, ma io non posso anticipare soldi, non ne ho. L’anno scorso Federico ha preso delle note sul diario perché non studiava. È umiliante parlare con l’insegnante, elemosinare un libro per la scuola dell’obbligo».
In Italia, insieme alla Turchia, l’indennità è percepita solo per i primi 12 mesi di disoccupazione, mentre gli altri Paesi Ocse estendono i sussidi nella maggior parte dei casi fino a 5 anni. In questo caso, si sarebbe potuto accompagnare Igino alla pensione, poichè nessuna impresa sarebbe disposta ad investire su un lavoratore di quasi sessant’anni.
«C’è crisi anche nel mio paese – prosegue Angela – prima la Caritas elargiva i generi di prima necessità una volta a settimana, adesso due volte al mese. Non riescono a sopperire al fabbisogno. Io, quel pacco di pasta vorrei poterlo comperare con uno stipendio. Non chiedo soldi, carità, vorrei un lavoro perché non so davvero fino a quando potremo tirare avanti. Devo pagare quasi 1600 euro di gas, mi hanno concesso rate da 52 euro. Il nostro ammortizzatore sociale è mia suocera che vive in Veneto, una donna di 88 anni, è grazie a lei che non mi hanno staccato la corrente e ce l’hanno rateizzata in sei mesi. Stiamo pensando di spostarci».
Giuseppe Iudici, un imprenditore che ha fondato un’associazione Angeli contro la crisi, ha lanciato la proposta di adottare una famiglia in difficoltà, Angela ne è conoscenza: «Noi saremmo disposti ad essere adottati, a trasferirci per lavoro. I miei figli non chiedono nulla. Ma le nostre mattine iniziano così: “Mamma cosa c’è per colazione?” Io mi sento male a dovergli dire che non abbiamo nulla».