Strano ma vero, mutuo casa più vicino in tempi di crisi: chi non fosse riuscito l’anno scorso a prendere al volo un mutuo a tasso fisso attorno al 4%, tasso reso disponibile per dodici mesi, può riprovarci ora, grazie al riacutizzarsi della crisi.
L’anno scorso, tra agosto e settembre, il tasso Irs a vent’anni (che è il parametro d’indicizzazione cui sono ancorati i mutui con questa durata) era sceso al minimo del 2,75%: poi, fino a novembre, era rimasto poco sopra il 3%. Ora la situazione si ripete: alla fine di agosto l'Irs 20 anni è sceso al 3,19% risalendo poi al 3,33%. Non è diverso il discorso per l'Irs a trent’anni, un'altra delle scadenze preferite tra i mutui casa, attestatosi su valori analoghi. In sostanza, i mutui a vent’anni hanno messo in moto una discesa di un punto percentuale circa rispetto ai massimi toccati ad aprile, quando l'Irs a vent’anni era risalito al 4,16%, restando comunque al di sopra del 3,7%-3,8% per tutti i primi sei mesi del 2011. E il discorso si ripete per l’Irs a trent’anni.
Per chi si accinge a comprar casa, e ad accendere un mutuo, il tasso fisso rappresenta in questo momento una scelta possibile, di quelle da prendere in considerazione. Dall’altra parte è un peccato che non offrano condizioni altrettanto convenienti i mutui di surroga, quelli riservati a chi un mutuo sul groppone lo ha già, ma vuole sostituirlo cambiando al contempo la banca erogante. Gli spread applicati a questo tipo di prodotto, dicono gli esperti, sono più cari di almeno una ventina di centesimi rispetto a quelli che si sottoscrivono ex novo e addirittura spesso vengono posti limiti sul capitale minimo residuo. È un segnale, sostengono gli esperti, del fatto che le banche non sono più a caccia disperata di nuova clientela da strappare alla concorrenza.
Comunque sia, per i mutuatari vecchi o nuovi che siano resta l'alternativa del mutuo indicizzato. L’Euribor, il parametro a cui sono legati i mutui a tasso variabile, nell'ultimo periodo, a differenza dell’Irs è sceso pochissimo: quello a un mese è andato giù di una decina di centesimi (all'1,35%), quello a tre mesi è all'1,54%, appena poco sopra il tasso Bce che è fermo all'1,5% dopo due rialzi dei tassi ufficiali realizzati ad aprile e luglio.