CIVITAVECCHIA E TARQUINIA, ULTIME NOTIZIE SU MAFIA E INFILTRAZIONI NELLA MAREMMA ETRUSCA “Senza riscontro gli allarmi lanciati in passato su possibili infiltrazioni delle cosche mafiose”, titola “ Il Tempo” del 21 ottobre u.s. in un servizio da Viterbo, evidenziando che fu il nostro V. Presidente Luigi Daga a lanciare l’allarme.
“A lanciare il sasso nello stagno, ha scritto, infatti, il cronista viterbese fu, nel gennaio 2007, l’ex assessore regionale Daga. Tuttavia i suoi timori non trovarono alcun riscontro concreto”.
Non sappiamo a quali fonti si sia rivolto quel cronista e come abbiano, comunque, fatto quelle fonti a fornirgli notizie per noi quanto meno incomplete.
E’ diventata nel Paese, e in particolare nel Lazio, una prassi il non prendere atto dell’evidenza.
Un’evidenza ampiamente ammessa da tutti gli organismi investigativi e giudiziari nazionali più qualificati che da anni denunciano il radicamento mafioso nel Lazio, radicamento che, purtroppo, a certi livelli locali viene ancora negato.
Eclatanti furono, al riguardo, le dichiarazione dell’ex prefetto di Roma Achille Serra, il quale, contraddicendo pubblicamente quanto denunciavano con forza DNA, DIA e quant’altri, dichiarò che "nella Capitale non c’erano mafie".
Negare, negare, negare: sembra questa la parola d’ordine.
Il nostro V. Presidente Luigi Daga e i nostri amici di Civitavecchia hanno fatto un duro lavoro di indagine che è durato anni su presenze e investimenti sospetti sull’intero territorio a nord della Capitale, un lavoro dei cui risultati, com’è nostro costume, sono stati informati organi specializzati centrali.
Se effettivamente a livello locale, come sostiene il cronista de “Il Tempo”, non è stato “trovato alcun riscontro concreto”, può dipendere, come si è verificato in passato nelle province del basso Lazio, da insufficienze investigative da parte di organismi di zona.
Capita quasi dappertutto, infatti, che la lotta alle mafie continui ad essere fatta con un’ottica da “ordine pubblico”, ignorando che oggi queste sono diventate IMPRESA ed è,quindi, sul piano economico che esse debbono essere contrastate ,con indagini patrimoniali approfondite, lunghe, complesse e che richiedono un’alta specializzazione.
Anche a Frosinone e a Latina, in assenza di indagini rigorose di natura economica da parte di organismi locali, si è dichiarato, fino ad un anno fa, che le nostre denunce "erano di natura allarmistica".
Tutti sanno quello che, invece, è venuto e continua a venire fuori... dopo alcuni cambiamenti effettuati in taluni vertici istituzionali locali.
Il Presidente Regionale
Dr. Elvio Di Cesare