Vorrei dire a Marchionne che il lavoro non serve esclusivamente per ricevere lo stipendio ma rappresenta un fondamentale diritto di cittadinanza, l'identità sociale e la dignità di una persona. A Giovanni, Antonio e Marco esprimo la vicinanza mia e quella dei ferrovieri, invitandoli a non desistere perché la loro battaglia riguarda molto da vicino tutti i lavoratori italiani e si pone a presidio della civiltà giuridica nel nostro Paese. Anche le FS, in occasione del mio primo licenziamento del 2006, hanno tentato di tenermi fuori dall'azienda garantendomi lo stipendio; una scorciatoia antidemocratica ed antisindacale molto insidiosa ma che con i compagni di lavoro abbiamo respinto con forza perché finalizzata a separare fisicamente i lavoratori tra loro e dalla realtà lavorativa e a neutralizzare la loro attività.
Mi domando anche quanti soldi di pubblicità dovrà spendere la Fiat per attenuare l'immagine crudele, autoritaria che ha assunto il suo marchio in Italia e nel mondo.
Dante De Angelis,
già licenziato per due volte dalle Fs e poi reintegrato.