In un recente intervento apparso sul quotidiano "Il messaggero" il 31 agosto 2008 anche la sottosegretaria al Turismo del governo in carica riconosce e dichiara l'irragionevolezza e l'impossibilita' di realizzare a Viterbo il devastante mega-aeroporto per voli low cost del turismo "mordi e fuggi" per Roma.
Viterbo, conclude la sottosegretaria Brambilla, "non possiede affatto" i requisiti.

E nelle settimane precedenti, sia pur a mezza bocca e a collo storto, tanti soggetti della stessa lobby politico-affaristica aeroportuale avevano dovuto ammettere che in effetti il nocivo e distruttivo mega-aeroporto a Viterbo non si puo' realizzare, poiche' per realizzarlo e' inevitabile commettere gravi violazioni di legge, danneggiare gravemente la salute e la sicurezza della popolazione locale, devastare irreversibilmente beni ambientali, culturali, sociali ed economici fondamentali, sperperare follemente ingenti fondi pubblici, ledere legittimi interessi e diritti soggettivi di molte persone e di fatto dell'intera comunita' altolaziale.

Si conferma cosi', ancora una volta, cio' che il movimento che si oppone alla devastante opera ha sempre sostenuto: che lo scellerato mega-aeroporto non puo' e non deve essere realizzato.

Sarebbe bene che il ceto politico ed amministrativo ne prendesse definitivamente atto, desistesse dal voler a tutti i costi realizzare un'opera illegale e folle, ed invece si impegnasse per quelle opere di cui l'Alto Lazio ha veramente bisogno, in primo luogo la difesa e la valorizzazione dei beni ambientali e culturali e delle vocazioni produttive del territorio, e per quanto concerne la mobilita' innanzitutto il miglioramento del trasporto ferroviario.
Viterbo cessi di essere terra di conquista e di saccheggio, colonia rapinata e devastata; e la popolazione dell'Alto Lazio veda finalmente riconosciuto il suo diritto alla salute, a un ambiente vivibile, alla difesa delle straordinarie risorse naturali e storiche del territorio, a un modello di sviluppo corretto, sostenibile e con tecnologie appropriate.

Non solo: si impegnino piuttosto, e con urgenza, i pubblici poteri per la riduzione del trasporto aereo, fortemente corresponsabile del surriscaldamento del clima, la principale emergenza ambientale planetaria.
Ed in primo luogo hic et nunc si riducano immediatamente e drasticamente i voli su Ciampino. Si eviti di realizzare nuovi impianti aeroportuali. Si attuino politiche per la difesa della biosfera, l'unica casa comune che abbiamo.


a cura del Centro di ricerca per la pace di Viterbo

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