Alle 21 al Teatro dell’Unione di Viterbo il capolavoro di Rossini
Il Tuscia Operafestival quest’anno rende omaggio a Santa Rosa: giovedì 4 settembre va in scena, alle 21 al teatro dell’Unione di Viterbo, il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini. Chiusura quindi in bellezza di una stagione piena di successi ed esordio alla regia di Alfonso Antoniozzi, cantante lirico tra i più affermati del panorama internazionale e originario proprio del capoluogo della Tuscia.
Per Antoniozzi, una sfida, ma anche un ritorno alle origini. “Debutterò come regista ne “Il Barbiere di Siviglia” al Teatro Unione di Viterbo – afferma l’artista - ed è come un cerchio che si chiude, visto che in questo teatro ho visto la mia prima opera che, ma tu guarda i gentili voleri del fato, era appunto Il Barbiere di Siviglia. Avevo tredici anni”. Quando si dice il destino.
Racconta il cantante-regista: “Non capita spesso, nel corso della vita, di avere la possibilità di chiudere un cerchio (e, chiudendolo, di aprirne un altro): quando la direzione del Tuscia Operafestival mi ha chiesto se avessi voluto fare con loro il mio debutto registico e mi ha detto che il titolo da mettere in scena sarebbe stato Il Barbiere di Siviglia al Teatro Unione di Viterbo ho subito pensato che non si poteva davvero dire di no. Il fatto è che proprio questo capolavoro mi ha fatto innamorare del teatro lirico e, come se non bastasse, all’ Unione ho mosso i miei primi passi sul palcoscenico: Il Barbiere è stata la prima opera del grande repertorio che io abbia cantato e il ruolo di Don Bartolo è quello che mi ha aperto un’infinità di teatri (è stato anche il ruolo del mio debutto americano, nel 1992) e una presenza costante nella mia carriera. Il cerchio di cui parlavo sopra, dunque, stava lì davanti ai miei occhi e l’unica cosa che mi si chiedeva di fare era afferrarne le due estremità e chiuderlo, accettando di firmare la mia prima regia lirica”.
Sotto la direzione del maestro Stefano Vignati, un grande cast internazionale, spesso presente su palcoscenici del calibro del Teatro alla Scala di Milano, per uno spettacolo di ampio respiro e di assoluta originalità, ma soprattutto realizzato con mezzi ridotti e con lo spirito critico e la volontà di denunciare la situazione della Cultura in Italia ormai schiacciata tra il trash mediatico ed i continui e selvaggi tagli dei finanziamenti pubblici.
Vicino a questi grandi protagonisti, coinvolti nella realizzazione dello spettacolo, altri pregevoli artisti viterbesi: Elda Martinelli, Arcangelo Corinti, Paolo Manganiello e Chiara Palumbo.
Lo spettacolo sarà rappresentato solamente una serata.
Teatro dell’Unione, Viterbo
Biglietti: da € 15 a € 40
Tel. 0761 332888
www.tusciaoperafestival.com
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