“La maggioranza non ha voluto prendere atto della gravità della situazione economico-finanziaria in cui versa il Comune. Avevamo cercato di far prendere loro coscienza, ma non hanno né voluto né saputo leggere i veri numeri del dissesto. Nonostante l’ex e il neo sindaco siedano in consiglio gomito a gomito non riescono ad informare la città”. Ugo Sposetti, capogruppo del Partito democratico in consiglio comunale, commenta così le allarmanti notizie sulle difficoltà economiche di palazzo dei Priori, dopo che il collegio dei revisori dei conti ha sottolineato nella sua relazione, riprendendo quanto già evidenziato dal responsabile dei servizi finanziari dell’ente, come la mancata adozione del provvedimento di riequilibrio è equiparata alla mancata approvazione del bilancio, premessa per il commissariamento dell’ente.
“La grave responsabilità dell’attuale maggioranza – prosegue Sposetti – sta nell’aver nascosto sia in campagna elettorale che dopo l’insediamento, la reale situazione economico-finanziaria del Comune, creatasi a seguito della fallimentare gestione delle municipalizzate. L’aver consapevolmente nascosto i numeri veri non ha fatto altro che aggravare la situazione, che ora rischia di essere irrecuperabile. In questi cinque mesi, la maggioranza che appoggia Marini ha apportato un ulteriore danno alla città e ai lavoratori di Cev e Francigena. Tanto che ora i problemi si sono allargati fino a coinvolgere persino l’attività amministrativa quotidiana”.
“Già nella fase di campagna elettorale – continua il capogruppo del Pd – avevamo in più occasioni sollevato dubbi sulla tenuta dei conti del Comune, mentre dall’altra parte sulla questione non si è registrata alcuna presa di posizione”.
Il 16 marzo, Sposetti dichiarava: “Ho letto gli ultimi due Bilanci e ho incominciato a capire che qualcosa non va. C’è un forte indebitamento e le entrate non si verificano mai; le imposte sono troppo alte, e questo innalzamento delle tariffe è nato dall’esigenza di coprire le spese di consulenza”. Di qui i dubbi sui motivi delle dimissioni anticipate dell’ex sindaco Giancarlo Gabbianelli: “E se la città fosse stata abbandonata per la paura di non riuscire a scrivere il Bilancio del Comune per il 2008? Che si tratti solo di una fuga ben organizzata? E’, la nostra, solo una lettura cattiva e maliziosa?”.
Il 17 marzo nuovi dubbi sulla tenuta economico-finanziaria dell’ente: “I conti del Comune – scriveva Sposetti - sembrerebbero al buio e più di qualcuno se ne era accorto. Questa una delle ragioni principali, forse la ragione principale che ha portato la città al voto anticipato. Questa la ragione che ha spinto la maggioranza di centrodestra ad abbandonare Viterbo”.
Il 3 aprile, Sposetti ha poi tenuto una conferenza stampa proprio su Cev e Francigena. In quell’occasione, è stato recuperato il documento contenente le ragioni che hanno portato alla riorganizzazione dei servizi pubblici con la creazione delle società. Tra gli obiettivi esplicitati: “Creare valore per la collettività”; “Conoscere in precedenza le difficoltà di attuazione”; “Testare i risultati”; “Assicurare la fattibilità del cambiamento promosso”; “Creare società casseforti”; “Formare massa critica”; “Sviluppare capacità imprenditive”; “Preordinarsi a partecipare a gare extracomunali”. “Ora è sotto gli occhi di tutti – commenta – che di queste finalità non ne è stata raggiunta neanche una”.
Sempre il 3 aprile, Sposetti sottolineava come le somme “sborsate” dal Comune per ripianare i debiti derivanti dalla gestione delle due società sono state qualificate dal Commissario come spesa corrente, diversamente da quanto fatto dalla precedente giunta. Nei fatti, imputando il risanamento del deficit delle società al titolo investimenti, questa scelta – sempre contestata dall’opposizione - consentiva di contenere la spesa corrente dentro i limiti del Patto di Stabilità. Una spericolatezza contabile funzionale a distrarre l’attenzione su equilibri economici più che precari.
E ancora: “Il commissario – aveva dichiarato Sposetti in conferenza stampa - ha momentaneamente tamponato questa situazione, con un risanamento temporaneo di tali perdite, attraverso una serie di considerevoli tagli. Scorrendo con attenzione il programma amministrativo presentato dal candidato sindaco Giulio Marini, che come capolista – lo ricordo – annovera l’ex sindaco Giancarlo Gabbianelli, al punto “Innovazione e sviluppo dei servizi comunali” non compare alcun riferimento alla situazione pregressa – che ben conoscono – né alle iniziative per porvi rimedio”.
Il 6 giugno, nuovo allarme dopo l’approvazione del Bilancio di previsione 2008 del Comune, su cui il Pd ha espresso voto contrario: “Quello approvato dalla giunta Marini è un documento pesantemente malato: senza un intervento rapido, si rischia il dissesto finanziario” . E ancora: “Sulle società comunali non abbiamo nemmeno una relazione che certifichi i numeri. E se i numeri non tornano, il danno è per la città. Il Bilancio è malato, se non si interviene subito – aveva aggiunto - si passa al dissesto finanziario. Più tempo passa, più le cose peggiorano per il Comune e per la città”.
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