Sul Gran Sasso, proprio ai piedi dell’albergo diruto, altrimenti noto come “rifugio Mussolini” i camminatori amanti della montagna possono incontrare a quota 1900 la fortuna o meglio il rimedio per ogni male.
Ciò si deve a Lughia, artista che, da sempre amante delle pietre e assai nota per le sue “Architetture di sabbia”, ha voluto rendere omaggio al masso per eccellenza, il “Gran Sasso”, realizzando una grande spirale di pietre che, rivolta verso la vetta della montagna si pone proprio sul cammino di quanti dai Prati di Tivo si dirigono verso il rifugio Franchetti. Avviata dall’artista nell’agosto del 2006, l’opera è in continua, inarrestabile crescita grazie alle pietre che ogni camminatore aggiunge nella ormai diffusa convinzione che allungare la spirale, simbolo di vita, contribuisca ad allontanare da sé ogni male. L’omaggio solitario di un’artista si è così trasformato, per l’affermarsi di un rito scaramantico, in una opera d’arte collettiva destinata a crescere ad ogni stagione, sin tanto che l’uomo avrà bisogno di fortuna.
Che l’arte facesse bene allo spirito era già noto. Che potesse aiutare ad allontanare ogni male è un fatto nuovo. Non sappiamo quanto credito dare a tutto ciò, ma se ci troveremo a passare da quelle parti una pietra di certo la aggiungeremo.
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