Tra i numerosi artisti che nell’Ottocento rinnovarono molti edifici della borghesia imprenditoriale terriera che stava nascendo all’indomani dell’Unità d’Italia nello Stato Pontificio, si ricorda il pittore “regio” Annibale Angelini (1810-1884) di Perugia, attivo tra Roma e L’umbria tra gli anni Trenta e l’inizio degli anni Ottanta, professore di Prospettiva, Geometria ed Ottica presso la prestigiosa Accademia di S.Luca di Roma e di Napoli.
Si tratta di una personalità artistica che riassume molti degli aspetti più importanti per la comprensione della pittura ottocentesca umbra e romana. Dopo una formazione accademica svolta in primo luogo a Perugia dove era nato e dove ebbe l'opportunità di seguire gli insegnamenti di Tommaso Minardi, l'Angelini perfezionò le sue conoscenze nelle Accademie di Firenze e Milano avendo per maestri personalità artistiche tra le più note come il pittore storico Giuseppe Bezzuoli, insegnante presso l’Istituto Reale di Firenze e lo scenografo Alessandro Sanquirico, professore all’Accademia di Brera a Milano, scenografo del Teatro alla Scala.
Il pittore Angelini dopo i primi studi effettuati e dai contatti avuti con vari ambienti artistici sviluppa a partire dagli anni Trenta la prima attività di scenografo accompagnata da quelle di decoratore e restauratore, che saranno quelle preponderanti per il resto della sua vita. Come scenografo avendo recepito il messaggio della scenografia romantica sanquirichiana operò con successo presso i teatri delle principali città italiane come Perugia (Pavone e Verzaro), Roma (Apollo, Tordinona, Valle), Civitavecchia (Teatro Traiano), Bologna (Teatro Comunale), e Ancona (Teatro delle Muse).
Questa sua specialità sarà successivamente abbandonata come attività principale anche se la componente scenografica darà uno stimolo a tutti gli studi di prospettiva e sarà presente anche nelle sue opere pittoriche. Si sviluppò così la sua carriera di decoratore che sarà quella di maggiore successo già agli inizi degli anni Trenta e contemporaneamente si perfezionò quella di restauratore, che riveste un interesse particolare per l'approccio innovatore in questo delicato campo d'intervento.
L’attività del pittore si è sviluppata in tutto lo Stato Pontificio, le sue decorazioni murali sono stati ritrovati in prestigiosi palazzi e ville, da Perugia a Genova, da Roma e dintorni (Frascati, Arsoli, Castelporziano e Ariccia) fino all'alto Lazio (Civitavecchia, Tarquinia, fino a Orvieto).
Angelini a partire dalla fine degli anni Trenta si stabilì definitivamente a Roma e grazie alla continua protezione di Tommaso Minardi, ottenne numerose commissioni sia come decoratore, restauratore e pittore di cavalletto. La committenza romana sarà quella dell'ambiente pontificio legata al Minardi ed alle famiglie nobili come Doria Pamphilj, Torlonia, Colonna, Chigi, Del Drago, Patrizi, Massimo, Borghese, Lancellotti, Grazioli, Corsini. La sua fama che gli aveva consentito di lavorare presso le dimore dei Doria Pamphilj come "pittore verniciaro" e restauratore fino a ricevere commesse dirette dai pontefici (Gregorio XVI, Pio IX e Leone XIII) aumentò dopo essere stato nominato pittore ufficiale di Casa Savoia e insegnante di prospettiva presso l'Accademia di S. Luca di Roma.
Da questa intensa attività viene fuori la personalità artistica dell'Angelini, ma anche i nomi di altri decoratori e pittori, la maggior parte sconosciuti (Adolfo Reanda e Oreste Raggi, Fabiani, i perugini Marzio Cherubini, Matteo Tassi e Giovanni Traversari, Ludovico Demauro, Alberti, Bodini, Emilio Cantoni, Pellegrino Succi, Augusto Chiapparelli, Geremia Pasquini di Tarquinia e molti altri) che facevano parte della sua equipe, che veniva integrata di volta in volta da nuovi allievi.
La formazione accademica e purista lo portò ad approfondire le conoscenze delle più diffuse tecniche pittoriche ed alla loro più meticolosa applicazione e questa sua esperienza anche artigiana, attraverso la preparazione dei colori con ricette che lui stesso elaborava, fu alla base della sua attività di restauratore, nella quale si può ritenere che l'Angelini in un epoca in cui ancora prevaleva il ripristino fu particolarmente attento e rispettoso delle opere dei pittori che lo avevano preceduto. Naturalmente a tutta questa grande attività si aggiunge una serie di opere di cavalletto, con pittura di storia, paesaggio, ritrattistica e prospettive. Dai documenti, le pitture murali scoperte o già note, quadri, scenografie e progetti di decorazione d'interni, di restauro, si sono rivelati molti degli aspetti dell’ambiente artistico in cui Angelini ha operato e nel quale si è evoluta la sua preparazione e capacità espressiva.
Le principali opere dell’artista si trovano in palazzi nobiliari e borghesi, la maggior parte dei quali oggi è sede di musei o gallerie, come la Galleria Doria Pamphilj a Roma, la tenuta del Presidente della Repubblica a Castelporziano, il Palazzo del Quirinale, la Galleria Corsini a Roma; il Palazzo Del Drago di via dei Coronari; il Teatro Mancinelli, il Museo Faina, il Palazzo Pandolfi –Netti e il Palazzo Negroni a Orvieto; il Palazzo della Contessa M. Giustina Bruschi-Falgari a Tarquinia, i Musei Vaticani (Stanza dell’Immacolata Concezione e la Galleria dei Candelabri); Palazzo Chigi a Roma e il Palazzo Chigi ad Ariccia; Villa Taverna Borghese a Frascati, il Palazzo dei Priori di Perugia, la Galleria Reale di Torino e la Galleria dell’Accademia di S. Luca di Roma.Numerosi sono stati i suoi interventi di restauro: in Umbria, l’interno del Duomo di Perugia e probabilmente alcuni interventi anche nel Duomo di Orvieto; la Cappella Paolina in Vaticano; la Villa Massimo alle Terme di Diocleziano (distrutta), l’interno della Cupola di S.Pietro, il Palazzo di Andrea Doria Pamphilj a Genova. Sempre a Roma troviamo suoi interventi di restauro presso la Villa Pamphilj; la Cappella Chigi di Raffaello; l’interno della Chiesa di S.Maria in Trastevere, l’interno di S. Paolo fuori le mura e a Tarquinia nel Palazzo del Cardinale Angelo Quaglia.
L’artista vissuto tra Roma e l’Umbria, continuò a lavorare fino alla vigilia della sua morte, avvenuta il 19 luglio 1884 a Perugia, nel suo palazzo situato vicino al Duomo della città.
Numerosi artisti vennero educati alla sua scuola e proprio con loro intraprese tutti i vari interventi di decorazione e di restauro sopra elencati, diffondendo il gusto neocinquecentesco e neobarocco fino alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento.
Claudia Pettinelli
- Uno Notizie Tarquinia - Viterbo -
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