“Nessuna strage di caprioli. A una settimana dall’inizio del prelievo, infatti, sono stati cacciati solo quattro caprioli ed effettuate in media 10-12 uscite di caccia al giorno su entrambi i distretti. Il piano di assestamento faunistico del capriolo non nasce dal nulla, infatti
Tali corsi si inseriscono in un progetto più ampio che ha come finalità principale quella di approfondire il livello di conoscenze delle popolazioni presenti sul proprio territorio provinciale e di intraprendere un percorso di alto profilo tecnico per una corretta pianificazione delle modalità gestionali della specie sul medio e lungo periodo. In questa ottica di gestione tecnico scientifica delle popolazioni degli ungulati si inserisce il “Piano di gestione della specie capriolo”, che proviene da dieci anni di formazione ininterrotta degli operatori e da sei anni di censimenti condotti prima dalla Dream Italia, in collaborazione con l’Università della Tuscia, dipartimento di produzione animale.
Negli anni allo svolgimento dei censimenti hanno collaborato, oltre agli agenti della Polizia provinciale, i guardiaparco della Riserva naturale di Monte Rufeno e del Corpo Forestale dello Stato, volontari di ogni estrazione, dai cacciatori agli studenti universitari e delle scuole superiori, ciascuno secondo le proprie capacità e competenze. Gli studi finora condotti hanno dimostrato che la presenza di caprioli ha raggiunto nell’alto Viterbese densità senz’altro elevate, al pari di quella delle zone contigue alle aree di studio come la provincia di Siena e
Densità che, secondo gli indirizzi nazionali per la gestione degli ungulati, dettati dall’Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica, organismo di riferimento per il tema in oggetto), sono compatibili con l’inizio di un prelievo venatorio attento e prudente di una specie come il capriolo, cacciabile ai sensi della legge 157/92 e della 17/95. La specie è inoltre inserita nel calendario venatorio della Regione Lazio. Nelle contigue Province di Siena e Grosseto e in quella di Perugia gli abbattimenti annuali superano le 2.000 unità, mentre quelli preventivati nella nostra sono meno del 10 per cento.
Il prelievo non è mai stato collegato ai danni provocati dal capriolo.
Stesso iter ha seguito l’istituzione dei Distretti di gestione. Nel luglio 2008 al piano di assestamento faunistico, che prevede il prelievo, è stato espresso parere favorevole dall’Infs. Nessuna strage quindi, semplicemente l’inizio di una stagione venatoria che è regolata dal calendario regionale, all’interno del quale è contemplata la caccia al capriolo secondo le regole che sono state applicate. Infine, domani alle 12 è in programma un incontro chiarificatore con l’assessorato all’Ambiente della Regione Lazio.
Mario Trapè
Assessore alla Caccia
Provincia di Viterbo
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