Legambiente è più volte intervenuta sottolineando la difficoltà di intervenire con i propri tecnici e volontari – anche attraverso una specifica nota all’indomani dell’insediamento dell’assessore Trapé, quindi sin dal 2006  – ai lavori di un Comitato Tecnico che veniva sistematicamente convocato nelle ore del mattino in giorni lavorativi.

Una prassi ritenuta lesiva del diritto delle associazioni ambientaliste che richiedono, come è stato possibile nel passato e come prevede la legge, di poter intervenire nelle ore pomeridiane.

A fronte della situazione riguardante le operazioni di caccia ai caprioli, Legambiente è intervenuta nel merito tecnico non appena avuta la notizia – presso il sito internet della Provincia e non attraverso una specifica comunicazione – del programma di abbattimenti.

Al fine di ottenere informazioni e delucidazioni è stata inoltrata all’Assessorato Caccia provinciale una nota – 28 maggio scorso – di urgente convocazione del CTFVP e, contestualmente, copia del parere dell’INFS sul Piano di abbattimento in questione secondo quanto previsto dall’art. 7 comma 7 del Regolamento venatorio del Lazio (DPR n. T0421 del 21/06/2007).

Parere che non era stato richiesto, contravvenendo alle disposizioni di legge.

Varie associazioni (Italia Nostra-Sez. Viterbo, LAC Lega per l'Abolizione della Caccia Onlus – Presidenza, Lav Lega Anti Vivisezione Onlus, Lipu Lega Italiana Protezione Uccelli, sezione di Viterbo, Promontibus, Torre Alfina, WWF Italia, sezione di Viterbo) tra cui la stessa Legambiente come componente del CTFVP ha inviato una ulteriore nota – il 3 giugno – nella quale veniva tra le altre cose richiesto  se fossero state effettuate le necessarie Valutazioni di Incidenza in relazione alla presenza sul territorio interessato dei SIC ZPS Riserva Naturale Regionale di Monte Rufeno.

A queste richieste non è stata data risposta alcuna, né da parte dell’Assessorato né dell’URCA. Proprio su questi rilevi peraltro sono intervenute la regione Lazio, l’INFS e le forze dell’ordine impedire l’abbattimento di caprioli dove non consentito dalla legge ed in violazione delle norme di tutela ambientali.

 

Come volontari, seppure con alcune competenze e tanta buona volontà, ci sobbarchiamo sovente responsabilità che sembrano non competerci; ma questo ci è consentito dalle leggi della Repubblica, seppure spesso sia faticoso quando sono gli stessi enti locali – ed i loro consulenti - a renderlo difficile, se non impossibile.

 

 

Per Legambiente Viterbo

 

Componente Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Provinciale di Viterbo

Umberto Cinalli

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