La brutta storia di cui si è reso protagonista l’ assessorato Agricoltura, Caccia e Pesca della Provincia di Viterbo, avallando l’immotivata fucilazione dei Caprioli nell’Acquesano, si sta rivelando sempre più un vero e proprio colpo di mano dei selecontrollori, appoggiati dalla URCA, riconosciuta associazione ambientalista.
Di tale associazione non si ricordano a memoria d’ uomo interventi o battaglie o prese di posizione che possano definirsi “ambientaliste”, a meno che non si definiscano tali gli “studi” per l’abbattimento di animali cacciabili al solo scopo ludico dei cacciatori.
L’ intervento di controllo dei caprioli non è motivato dal sovranumero, non da danni alle coltivazioni. In maniera molto brutale, non avendo “pezze di appoggio” per giustificare la nefandezza che si sta compiendo, ci è stato riferito che si tratta di “caccia”, pura e semplice “caccia”. E la chiamano selecontrollo!
I toni trionfalistici dei cacciatori sono a dir poco immotivati.
A seguito dell’ intervento delle associazioni ambientaliste viterbesi, dell’INFS, che ha tagliato del 50% i capi abbattibili e stralciato in toto un intero distretto interessato agli abbattimenti, dell’ assessorato all’ Ambiente della Regione Lazio che ne ha vietato gli abbattimenti nelle zone SIC e ZPS in mancanza di una valutazione di incidenza, lo sciagurato piano è stato drasticamente ridimensionato.
Questa è la prova che URCA & C. stavano agendo sottotraccia e con molto pressappochismo ma che se nessuno si fosse mosso, avrebbero ottenuto l’ intero bottino.
La LIPU si rivolge al Presidente della Provincia di Viterbo affinché prenda posizione nei confronti di questa brutta storia e faccia interrompere immediatamente la caccia di selezione al Capriolo, non fosse altro per la procedura approssimativa di cui si sono resi protagonisti gli autori del piano.
Il delegato della Sezione LIPU di Viterbo
Enzo Calevi.
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