Etruschi e Fenici. mostra a Civitavecchia - Inaugurata nel Forte Michelangelo a Civitavecchia la mostra “Etruschi e Fenici sul mare: da Pyrgi a Cartagine” destinata ad illustrare il rapporto che le due grandi civiltà del Mediterraneo antico ebbero con il mare prima della conquista romana.
La mostra del Comune di Santa Marinella, ideata e promossa dal direttore del Museo del Mare Dott. Flavio Enei, giunge a Civitavecchia dopo un tour che l’ha portata dalla prima inaugurazione nel Castello di Santa Severa, al Centro Culturale “Prumitei” in Corsica e quindi in Sicilia a Marsala nel Polo Museale del Complesso San Pietro, visitata da migliaia di persone.
Le genti etrusche e quelle fenicio-puniche si incontrarono sul mare e condivisero per secoli l’avventura dell’espansione commerciale verso gli empori più lontani, alla ricerca delle materie prime e della ricchezza. Si fondarono empori, colonie, santuari, si definirono trattati e sfere d’influenza, si trasportarono da una sponda all’altra beni di sussistenza e di lusso, culture e tradizioni.
Come ampiamente documentato dagli scavi eseguiti a partire dal 1956, nell’area del santuario etrusco di Pyrgi, antico porto di Cerveteri, viveva una consistente comunità punica, dedita agli scambi commerciali tra il mondo etrusco e quello cartaginese. Il “re su Caere” Thefarie Velianas, ricordato nelle tre famose lamine d’oro rinvenute nell’area sacra C, dedicò un tempio ad Uni, la Giunone etrusca, “gemellata” nello stesso luogo di culto con la fenicia Astarte. L’antica alleanza esistita fin dall’epoca arcaica tra gli Etruschi di Cerveteri-Pyrgi ed i Cartaginesi, ha lasciato sul piano archeologico alcune tra le tracce più significative della presenza fenicio-punica nell’Italia tirrenica.
Gli Etruschi, che già secondo gli autori antichi dominarono su quasi tutta l’Italia e furono veri e propri signori del mare, controllarono gran parte del Tirreno e si spinsero ben oltre, nell’Egeo e forse anche nel grande Oceano al di là delle Colonne d’Ercole. Costruirono navi veloci con cui praticare l’arte aristocratica della pirateria ma anche grandi navi onerarie per trasportare i loro prodotti fino in Africa, in Grecia, in Asia Minore, nella Gallia meridionale. Una civiltà che deve molta della sua fortuna al mare, crocevia, ieri come oggi, di idee, cultura, interessi commerciali e politici.
I Fenici e i loro continuatori in occidente, i Cartaginesi, appartengono ad una civiltà ancora poco nota al grande pubblico, che tuttavia ha segnato per oltre un millennio la storia del Mondo antico e ha lasciato un’impronta forte nella nostra stessa cultura. Anch’essi grandi navigatori colonizzarono le sponde e molte isole del Mediterraneo, furono i primi a circumnavigare il continente africano e, usciti dallo stretto di Gibilterra, a navigare in pieno Oceano Atlantico, fondando città sulle coste africane e raggiungendo le Isole Azzorre per arrivare, forse prima di Colombo, addirittura in America.
Stupendi modelli ricostruttivi di navi etrusche e fenicie e le grandi parti di scafi al vero costruiti con tecnica “cucita” e “a mortase e tenoni”, realizzati da Mario Palmieri, responsabile del Laboratorio di Archeologia Navale del Museo, che ha anche curato l’allestimento nelle suggestive antiche sale del Forte.
La mostra resterà a Civitavecchia fino al 31 ottobre a disposizione dei visitatori, dai croceristi alle scuole, per essere, quindi, trasferita a Roma, in collaborazione con la Provincia, nella prestigiosa sede del Vittoriano presso il Campidoglio. Per Santa Marinella, inserita nell’Itinerario Culturale del Consiglio d’Europa “La Rotta dei Fenici”, grazie al suo Museo del Mare ancora un’altra occasione di grande visibilità internazionale sul piano scientifico, culturale e turistico.
- Uno Notizie Civitavecchia -
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