Peparello: gli operatori sono preoccupati non tanto per gli arrivi o le presenze ma per il fatturato. Serve da subito rilanciare offerte competitive per un turismo tutto l’anno.
“Nonostante gli operatori guardino con fiducia a questo scorcio di fine stagione, sperando nel tutto esaurito per la settimana di Ferragosto, i dati sulla situazione del comparto turistico in generale, parlano chiaramente di un’estate 2009 all’insegna dell’austerità”
E’ quanto dichiara Vincenzo Peparello, Coordinatore del Settore Turismo della Confesercenti della Regione Lazio. “Complessivamente, continua Peparello, il giro d’affari del turismo estivo 2009 è in calo e, i dati che emergono dall’analisi condotta dalla Confesercenti nazionale, parlano di un decremento della spesa e dei fatturati del ricettivo in Italia.
L’incremento previsto degli italiani che quest’anno riusciranno ad andare in vacanza non porterà però giovamento al giro d’affari che, secondo le stime sarà a due cifre. Le imprese che fanno turismo – dichiara ancora Vincenzo Peparello, non vivono di presenze ma di fatturato”.
La crisi coinvolge pesantemente soprattutto le classi più deboli, giovani, anziani e famiglie monoreddito, che ricercano soluzioni alternative e brevi pur di non rinunciare a un sia pur breve periodo di vacanze. E quest’anno i bilanci familiari, combinati con le incertezze occupazionali e il poco ottimismo rispetto al futuro, costringono anche gli adulti a rivedere il concetto di villeggiatura.
Tanto è che la componente dei giovani, di età compresa tra i 18 e i 24 anni, che in Italia sono ben 3,6 milioni, pur dichiarandosi pronti a partire per le vacanze, dovranno necessariamente optare per soluzioni a basso costo.
Per quanto riguarda, in particolare, l’afflusso turistico nella provincia di Viterbo i sondaggi effettuati dall’Osservatorio del Turismo della locale Confesercenti rispecchiano la situazione generale del Paese.
Il confronto dei dati del primo semestre (fino a luglio) di quest’anno con quelli del 2008 indicano, infatti, una flessione del fatturato fra il 5 e il 10% realizzato nelle località balneari anche se con variabili diverse fra prodotti diversi: come, ad esempio, i campeggi con bungalow e gli agriturismi in prossimità del mare, che fanno registrare perdite inferiori. Stessa situazione per i campeggi e gli agriturismi ubicati sul lago di Bolsena, sebbene anche qui il calo sia evidente ma con percentuali minori.
Anche le città d’arte soffrono e denuncino un calo più marcato nelle strutture extralberghiere e minore in quelle alberghiere. Gli operatori del settore intervistati lamentano all’unanimità un deciso calo nella durata delle vacanze prenotate e un lavoro troppo concentrato nei weekend.
Roberto Rajata, operatore del settore termale nonché responsabile dell’AICEB (Centri Benessere) afferma “che il turismo termale tiene bene pur non raggiungendo delle punte di eccellenza. Sono invece in crescita, rispetto all’anno precedente, le prenotazioni per settembre e ottobre. Questo anche grazie alla festa di Santa Rosa e alla visita del Papa già annunciata. Ma anche allo sviluppo dei congressi e convegni che sempre più spesso vengono organizzati nelle strutture termali. Si tratta di un riuscito connubio tra lavoro e benessere”.
“Una situazione, conclude Peparello, che mette in evidenza non solo la crisi economica in atto ma anche un rivoluzionamento del modo di fare turismo che necessita di misure urgenti sia pubbliche che private per rilanciare complessivamente la nostra offerta sul mercato mondiale con strategie mirate.
E’ evidente, infatti, la necessità di indirizzare il viaggiatore verso un turismo motivazionale non più dettato dalla scelta della destinazione, rendendo sempre più il prodotto/territorio e le imprese competitivi in uno scenario rinnovato che guarda alla globalizzazione senza trascurare il rapporto qualità/prezzo ”.
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