VITERBO (UnoNotizie.it)
La delibera del 17 luglio 2009 che stabilisce di affidare ai privati la raccolta dei rifiuti è l’ennesima dimostrazione d’incapacità della maggioranza che governa questa città.
Su tale incapacità ha, tra l’altro, posto l’accento lo stesso sindaco Giulio Marini che ha pubblicamente ammesso: “C’è stata una incapacità culturale nella gestione del servizio in modo manageriale”.
Traducendo quest’affermazione, si deduce che il sindaco, da una parte abbia voluto dare una sferzata alla vecchia (ma non troppo!) giunta Gabbianelli, tanto per alimentarne ulteriormente le già presenti diatribe interne; dall’altra, abbia voluto pubblicamente ammettere la propria incompetenza in merito alla gestione pubblica dei rifiuti: se non è stata capace la vecchia giunta, non può esserlo l’attuale. Su questo punto, i nostri più sentiti complimenti per la franchezza!
Andando poi a ritroso possiamo costatare come, tra i motivi del fallimento Cev, vi sia la lottizzazione (ossia la spartizione partitica) delle società pubbliche, a suo tempo ampiamente denunciata dai consiglieri comunali di Rifondazione. Occorre ricordare che in quelle circostanze furono istituite tre società ad amministrazione pubblica, sottoforma di S.p.A., destinate anche alla gestione di altrettanti servizi fondamentali per il cittadino: la Robur per l’acqua, la Francigena per i trasporti e il Cev per i rifiuti.
A capo di queste S. p. A. fu nominato qualche esponente politico bocciato alle elezioni amministrative, idem per i consiglieri d’amministrazione, badando più all’appartenenza politica che alle competenze tecniche. Da questo quadro poteva scaturire una buona amministrazione?
Morale della favola: la Procura regionale della Corte dei conti ha accertato un danno erariale di € 9 milioni, 199 mila e 630, che, ripartiti tra chi ne subisce effettivamente le conseguenze, cioè i cittadini di Viterbo, corrisponderebbero a circa € 153 pro capite, bambini inclusi.
Va qui ricordato che parte consistente della minoranza nella vecchia consiliatura non ha vigilato in modo adeguato, tantoché, tra le cinquantatré persone chiamate a rispondere del fatto dalla suddetta Procura, figurano anche esponenti dell’opposizione.
La delibera in questione, cancella perciò un ruolo importante dell’amministrazione pubblica nello svolgimento dei servizi essenziali per il cittadino, affidando completamente tale gestione al privato e ai suoi interessi.
Per noi, questo tipo di pratica è inconcepibile in quanto abbandonerebbe all’intemperie e all’instabilità del mercato un servizio fondamentale che deve essere garantito in modo equo e proporzionato, quindi, solo ed esclusivamente, da un ente pubblico… magari meno arrendevole e più competente!
Partito della Rifondazione Comunista
Circolo di Viterbo
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