VITERBO (UnoNotizie.it)
Giovedì 6 agosto (ore 21,15) chiusura alla grande della stagione estiva al Teatro romano di Ferento organizzata dalla Provincia di Viterbo e da Consorzio Teatro Tuscia con “Dante incontra Albertazzi”, uno spettacolo di notevole spessore con la presenza di uno dei più famosi interpreti del teatro italiano: Giorgio Albertazzi.
E il grande attore "canta" la Divina Commedia, raccontando di Dante, un Dante nuovo, familiare, uomo. Racconta di Francesca da Rimini, secondo Albertazzi, il vero amore del Poeta fiorentino, del suo rapporto complicato con Beatrice, della passione per l’ardore alla conoscenza di Ulisse, senza mancare di citare aneddoti divertenti su Dante di Flaiano e altri.
Attraverso Dante Albertazzi racconta di sé, dei suoi amori, dei suoi incontri, di quella professoressa del liceo, che forse è stata la sirena che lo ha ammaliato d’amore per la poesia. E poi i versi di Eliot e ancora tutto quanto è necessario per conoscere fino in fondo il suo rapporto con Dante e, magari, un po’ di Dante stesso.
Lo spettacolo ha raccolto ovunque consensi profondi e entusiasti, per la sua vivacità e intensità. L’attore fiorentino non si risparmia, come sempre, per la gioia del pubblico e, sicuramente, la sua.
Da ricordare tra le ultime LECTURAE DANTIS la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi di Torino 2006, l’incontro alla Società Dante Alighieri di Ginevra e la lettura-evento dalla Torre degli Asinelli di Bologna, di fronte ad un pubblico di oltre ventimila persone.
“Dante incontra Albertazzi”, certo, ormai lo sanno tutti che sono contemporaneo di Dante! – annota il grande interprete - A parte la boutade, ho intitolato così questo show-conferenza per indicare che lo spettacolo non è tanto “dizione” o “lettura" dei versi; delle prose o della filosofia dantesca, quanto un tentativo di scoprire Dante nella cultura, nelle opinioni, nella cronaca della sua vita e nella storia del suo tempi ~ Un modo per dare del “ tu " al divino Alighieri, ma anche per scovare i suo vizi e i suoi tic, insomma toglierlo dalla didascalia didattica. Intanto: Dante si può “dire" come si dicono (ancora oggi) o si dicevano i poeti in trattoria? E ridargli quel misterioso afflato del suo eros?Ognuno lo legge per sé: i clericali, i marxisti, i gramsciani, i fascisti. E la lingua? Che lingua è quella di Dante? Si dice che Dante inventa una lingua e che Joyce ne disfa un'altra.
L'aspetto più moderno di Dante è il suo viaggio nel linguaggio (è lui che lo inventa, che lo deduce dalle lingue nordeuropee - l'Accademia della Crusca col suo vocabolario viene tre secoli dopo circa). Quella di Dante è una lingua-filtro, eterogenea tessuta di cento innesti e integrazioni, dall'arabo al tedesco 'Non è li fiorentino più di quanto non sia il napoletano", dice Beckett. T.S. Eliot afferma che Dante è il più universale fra i poeti di lingua moderna. C'è più “varietà" in Shakespeare - sostiene sempre Eliot - ma c'è più “universalità" in Dante. Il volgare di Dante è Europa.Borges lo legge da cieco, nel senso che se lo ripete a memoria, e gli sembra di cogliere l'eterno. E questo significa, forse, che l'eterno esiste. "Questa elegante speranza rallegra la mia solitudine", dice il vecchio Borges ottantaduenne. Per concludere – dichiara ancora Albertazzi - due o tre cose che so di lui:
* Dante non è noioso;
* Dante è erotico e talvolta morboso;
* Dante sostiene il primato dell'Etica sulla Politica;
* Dante ha delle visioni;
* La Vita Nuova è un racconto d' amore;
* Ho amato Dante a scuola perché ero innamorato della mia prof di latino;
* Mi sono servito di lui, ho fatto finta di capirlo, mentre non c'è tanto da capire quanto da sentire;
* Dante è il nostro Dna
…e se oggi parlassimo un po' di Dante?”.
- Uno Notizie Viterbo -
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