CANEPINA - VITERBO ( UnoNotizie.it )
Il rischio era altissimo.
Mettere assieme per un concerto il “piccolo mondo antico della classica” con l’esuberanza del folk- rock, e ragazzi che poco o forse nulla sanno di Fabrizio De Andrè, sembrava un’impresa al limite dell’impossibile.
Non deve essere stato facile amalgamare il rigore dei musicisti guidati dal Maestro Gian Paolo Anselmi con l’istintività dei Costa Volpara e i giovani dagli otto ai diciotto anni, protagonisti del Mini Festival Città di Viterbo, per rendere omaggio, in maniera convincente, a un personaggio di tale statura.
Ma chi c’era sabato ha vissuto un concerto che difficilmente dimenticherà: vigoroso, divertente, coinvolgente, a tratti commovente.
Un progetto promosso da Beniamino Mechelli, voluto e appoggiato anche da Dori Ghezzi.
Quando i quattordici bravissimi musicisti, due ottime coriste (Giuditta Puccinelli e Ttai Morra), e la voce di Antonello Giovanni Budano hanno intonato “Creuza de ma” sono partiti i brividi: solo l’inizio di quasi due ore di emozioni.
E i ragazzi Gian Marco Piccini, Chiara Saveri, Chiara Anselmi, Giulia Anesini, Luca Tallevi, Dario Guidi, Mirko Andreoli, Francesca Piergentili, Chiara Fersini, Davide Valeri hanno interpretato con rigore, padronanza e carattere le canzoni di Fabrizio che, in Piazza Garibaldi a Canepina, ben tre generazioni cantavano a memoria.
Quelle canzoni che appartengono a ognuno di noi, legate a un tempo e un momento preciso (qual è la prima canzone di De Andrè che vi ha colpito? E quando?) e divenute patrimonio comune, ci hanno fatto emozionare ancora una volta di più. Per quei versi, per la loro apparente semplicità, per quello sguardo sincero, sofferto e onesto che avremmo voluto avere, diciamo ancora grazie all’arte di Fabrizio.
Gli arrangiamenti curati, l’intesa fra i musicisti, l’impasto delle voci hanno creato un momento di alta musica che sarebbe stato degno di uno speciale in onda su reti televisive nazionali.
Antonello si è confermato ancora una volta una delle più belle voci di casa nostra. Nessun tentativo di emulazione con De Andrè ma una sicurezza d’interpretazione e una padronanza di palco che, assieme all’energia dei suoi ottimi musicisti, fanno dei Costa Volpara un gruppo da “esportare". L’Orchestra della Tuscia ha dimostrato duttilità e affiatamento, ed ogni elemento ha dimostrato di essere essenziale alla riuscita dell’esecuzione. I ragazzi del Minifestival, supportati, incoraggiati e “protetti” dai musicisti e dai cantanti, sono stati la dimostrazione evidente che le strade per esprimere il talento non passano solo per i modelli musicali imposti o commercialmente dominanti (De Andrè non lo è stato in nessun caso), e che l’educazione musicale è anche e soprattutto l’ascolto e la scoperta di tanti tesori, spesso accantonati come “vecchie cose”.
Un plauso alle Amministrazioni che hanno voluto appoggiare “La Buona novella e altre storie” a dimostrazione che esperienze come queste fanno emergere il potenziale artistico della nostra Provincia, senza la necessità di dover ricorrere necessariamente a Profeti esiliati da chissà dove.
Per l’unica replica di questo concerto – da non perdere – l’appuntamento è a Soriano al Cimino il 10 luglio prossimo.
Guido M. LANDUCCI
- Uno notizie Viterbo -
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