VITERBO (UnoNotizie.it)
Nel 1982 Vincenzo Catalano, nipote del celebre archeologo viterbese Luigi Rossi Danielli, scrisse il libro “Da Musarna a San Francisco” nel quale racconta, con dettagli inediti, il viaggio che, all’inizio del ‘900, portò verso il nuovo mondo diversi sarcofagi, rinvenuti nell’antica città etrusca di Musarna, nella Tuscia.
L’opera si divide in tre parti: la prima riguarda la topografia del sito archeologico, la seconda presenta le fotografie e la descrizione dei sarcofagi emigrati negli USA, la terza riporta le notizie sui monumenti rinvenuti negli scavi eseguiti a Musarna nel 1850 e nel 1871, con l’interpretazione di Rossi Danielli delle epigrafi ritrovate sui sarcofagi. Catalano ricorda il nonno come un uomo umile e modesto, la cui tenacia e pazienza, tra illusioni e delusioni, speranze ed amarezze, strappò alla rovina del tempo reperti storici di inestimabile valore.
La sua fu una vita dedicata all’immensa passione per l’archeologia, al desiderio di conoscere le fonti primarie della nostra civiltà, lottando contro il passare dei secoli e le calamità delle stagioni. Dagli appunti dell’archeologo, durante la campagna di scavi di Civita Musarna del 1904, si è venuti a conoscenza della partenza per l’America di sedici sarcofagi, con figura giacente sul coperchio e rappresentanti il più bell’esempio di ritrattistica etrusca, rinvenuti dal noto scavatore Mancinelli Scotti nel 1898.
Da tali vicende e per verificare lo stato di conservazione dei sarcofagi, Vincenzo Catalano iniziò anni fa una serie di ricerche che lo condussero prima al museo dell’Università di Filadelfia in Pennsylvania, dove ne sono esposti cinque (tre furono notevolmente lesionati dal viaggio), poi al museo di Berkeley in California dove sono custoditi altri otto, giunti nel 1901 a San Francisco attraverso un incredibile viaggio. I sarcofagi destinati a Berkeley, infatti, partirono da Genova nel settembre del 1900 su una nave, con macchine a vapore e vele, che fu costretta a circumnavigare l’America del Sud per raggiungere San Francisco, poiché il Canale di Panama non era ancora aperto.
A causa dei forti venti nel Pacifico del Sud, il veliero non passò lo stretto di Magellano ma circumnavigò il Capo Horn per il Canale di Drake. Fece sosta a Valparaiso, in Cile, poi a Callao, in Perù, per raggiungere finalmente San Francisco e quindi la sede definitiva a Berkeley. Fu proprio il trasferimento dei sarcofagi, espressione della prima ritrattistica etrusca, a spingere Catalano a rintracciare gli appunti del nonno, spesso difficilmente decifrabili, ma avvincenti e di non scarso pregio letterario, riguardanti la città di Musarna e i suoi ritrovamenti.
L’archeologia è un universo complesso, oscuro, spesso enigmatico ma con un profondo ed esclusivo fascino che risiede nella meraviglia della scoperta. Riportare alla luce vestigia di antichi popoli, recuperare monumenti, scoprire città sepolte, risalire alle origini di civiltà e nazioni, tutto ciò è il seducente lavoro dell’archeologo. Vincenzo Catalano, quasi trent’anni fa, ha concepito il suo libro come una guida che potesse contribuire a far progredire altre ricerche, ad intraprendere nuovi studi e a compiere ulteriori scoperte. Questo, d’altra parte, è sempre stato l’obiettivo ultimo di Luigi Rossi Danielli, il cui amore disinteressato per la scoperta dell’antico ha lasciato nelle successive generazioni una significativa prova di nobiltà di spirito e di cultura. - Uno notizie Viterbo
Elisa Ignazzi
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