TORRE ANNUNZIATA-NAPOLI (UnoNotizie.it)
Con una paziente ricerca dei semi di decina di specie spontanee ed il relativo loro ‘miscuglio’, (riproposto nell’ aiuola ‘dei grandi calchi’), oggi il visitatore può rivivere la magia della Villa di Poppea con un innovativo percorso ‘tra archeologia e natura’, che è proprio il tema della manifestazione in corso in nove siti della Soprintendenza (‘Archeologia e natura nella baia di Napoli’, fino al 2 giugno).
Ed è proprio per festeggiare i nuovi ma antichissimi giardini sabato 25 aprile (ore 12), in programma una eccezionale ‘lettura classica’ dell’attrice Cristina Donadio che proporrà brani di Omero, Virgilio, Ovidio, Fedro, Marziale, Petronio (fino ad esaurimento posti, ingresso gratuito per la Settimana dei Beni Culturali).
“Oltre al cosi detto Prato della Villa imperiale si possono ammirare tracce di vegetazione di epoca romana come il ricco apparato di giardini e aiuole risalenti al I sec. a. C., coltivati a roseti e alberi da frutta, platani, oleandri e limoni, e ancora piante da vaso, fiori e piante rampicanti” – spiega l’arche-biologa Annamaria Ciarallo, direttrice del Laboratorio della SANP.
In particolare i vecchi olivi e melograni a cespugli, di cui è possibile osservare i calchi, erano annessi al nucleo più antico della proprietà e probabilmente rispondevano ad esigenze colturali legate soprattutto alla produzione di olio di oliva, come dimostra il grande dolio interrato visibile in un angolo del porticato.
Nel riadattamento di età augustea nella Villa furono create aiuole delimitate da una doppia incannucciata in cui erano coltivati alberi da frutta di piccola taglia, mentre in quelle ad est furono inclusi i vecchi alberi e fu creato forse un roseto prospiciente al porticato, di cui oggi rimane solo la traccia..
Nel viridario prospiciente il grande atrio tuscanico sono state rinvenute le radici di 3 alberi da frutta di non grandi dimensioni, mentre nel piccolo portico adiacente alle terme la vasca centrale circolare è racchiusa in una piccola aiuola in cui erano coltivate piante in vaso. Nel viridario a sud-ovest, solo parzialmente scavato, fu rinvenuto il ramo di un grande albero.
Un grande albero di castagno era al centro del grande viridario del quartiere servile: poiché per gli antichi era inconcepibile l’abbattimento di un albero, la fontana costruita successivamente fu adattata al tronco.
La parte orientale della villa è stata aggiunta in età claudio-neroniana: è costituita da un quartiere residenziale, con una serie di ambienti aperti su un grande giardino porticato con piscina centrale.
Gli ambienti, che si susseguono ai due lati di un grande salone centrale, racchiudono piccole aiuole coltivate probabilmente a fiori.
Lungo la piscina furono piantati alberi da identificarsi probabilmente con platani: il filare era interrotto all’altezza del grande salone da due oleandri e da due limoni, che probabilmente aprivano la vista sulla parte del giardino non scavata.
Sul lato sud della piscina vi era probabilmente un grande pergolato, mentre nella grande area circondata da un porticato del cosiddetto giardino meridionale, accanto alla canaletta e prospiciente al colonnato, vi era una fila di vasetti, che probabilmente contenevano piante rampicanti lasciate crescere sulle colonne, poi eliminate nel momento del loro restauro a seguito del terremoto del 63 e forse ripiantate successivamente, come dimostra una seconda fila di vasetti.