Era peccato e reato pensare con la propria testa e contraddire le "verità" della Chiesa imperante, per questo Giordano Bruno fu condannato e rinchiuso per lunghi anni in un carcere con trattamento particolarmente disumano, finalizzato a "predisporre" il condannato ad invocare al tribunale la "grazia" dell'abiura.
Grazia consistente nel rinnegare "in toto" le proprie convinzioni non condivise dalla Chiesa, in cambio della sospensione della pena di morte, e la continuazione del carcere a tempo indeterminato.
Pur consapevole di ciò che l'aspettava, Giordano Bruno rinunciò all'abiura ed affrontò con sublime coraggio il martirio della morte sul rogo, eseguita il 17 febbraio 1600 a Roma in Piazza Campo di Fiori.
L’associazione nazionale “Libero Pensiero Giordano Bruno” sezione di Viterbo intende ricordare il martire ed il suo feroce martirio.
In occasione della ricorrenza, a Viterbo, avrà luogo la deposizione di una corona in piazza Mario Fani, ex piazza Giordano Bruno, alle ore 11,30 del 17- 02- 2009.
Ricordiamo che la condanna pronunciata dal tribunale della "Santa Inquisizione" presieduta dal Cardinale Bellarmino, innalzato poi agli onori dell'altare, è una beatificazione incomprensibile per l'intelletto umano di credenti e non credenti, quanto meno per aver violato il quinto comandamento di Dio "non uccidere".
Commenti |
||
nessun commento... |