SUDAN (UnoNotizie.it) - Con l’Università di Torino Accademia Kronos Viterbo aveva stipulato una convenzione e finanziato uno scavo nel sito archeologico di Gebel Barkal che si trova nel Sudan settentrionale, presso la moderna città di Karima, a circa 400 km in linea d’aria dalla capitale. Tutto sembrava andare per il meglio quando sette giorni prima della partenza la doccia fredda: le autorità di Khartoum non volevano più concedere i visti di entrata. Perché, cos’era potuto accadere? Il motivo fu subito chiaro, era attribuito alla solita “furbata italiana”. Un anno fa una ONG italiana aveva trovato dei finanziamenti per uno o due ospedali nella zona del Darfur, ma mai giunti per far partire le strutture sanitarie. Da qui l’ira dei governanti sudanesi contro tutti gli italiani. Per questo motivo era in gioco tutto il lavoro preparatorio, le aspettative e gli sforzi finanziari di Accademia Kronos. I dirigenti dell’associazione hanno dovuto “sudare 4 camicie”, attivare conoscenze alla Farnesina, a Parigi e a Khartoum e alla fine, a tre giorni dalla partenza, sono riusciti a sbloccare la situazione, i visti son arrivati. Domenica 8 febbraio, finalmente la squadra è partita da Fiumicino.
Lo scopo di questa spedizione è quella di completare la planimetria di Napata, una grande città al centro di un impero che nell’VIII secolo a. C. includeva il possesso dell’Egitto fino a Menfi, costruendo a sua volta nelle adiacenze alcune necropoli monumentali, contraddistinte dalla ripresa della forma a piramide per le tombe regali. E’ una civiltà, quella dei Meroiti poco conosciuta sorta 3500 anni prima di Cristo all’ombra di quella dei faraoni. Lo scopo della spedizione è proprio quello di saperne di più. I risultati saranno poi resi noti in una serie di conferenze, la prima a novembre prossimo a Viterbo.
Commenti |
||
nessun commento... |