Nel 2001, l’Authority delle Comunicazioni stabilì che entro un anno, da 300mila cabine telefoniche Telecom presenti sul territorio nazionale,ci si dovesse fermare con gli smantellamenti in atto a 120mila postazioni, garantendo la copertura in zono di maggior disagio o non coperte da reti per i cellulari, al contempo adeguandole a livelli qualitativi superiori e accessibili ai portatori di handicap.
Le cabine telefoniche, tutte di proprietà della Telecom sono ormai tecnologicamente obsolete e poco convenienti nelle tariffe rispetto ai cellulari.
Nella città di Viterbo sono presenti molte di queste cabine, molte non contengono nemmeno l’apparecchio telefonico, in altre è presente la cornetta ma non sono funzionanti, tutte sono sporche, rotte, ridotte in brandelli, usate come vespasiano, dimenticate dalla proprietà che non le sistema e non le pulisce.
All’interno e all’esterno vetro e plastica, un vero ricettacolo di rifiuti.
Di certo non un bell’arredo urbano.
Il Comune di Viterbo, che ha concesso le aree di installazione in cambio del pagamento dell’occupazione del suolo pubblico, dovrebbe intervenire verso Telecom e lasciare loro due possibilità: ripristinarle e renderle funzionanti o smantellarle.
Pertanto gli uffici competenti dovrebbero censire il numero di postazioni presenti sul territorio comunale, verificare il loro stato, obbligare
Se pensiamo che a Londra sono state tolte le caratteristiche cabine telefoniche rosse, che facevano parte dell’immaginario collettivo della città, possiamo tranquillamente fare a meno delle nostre da sempre brutte, da anni non usate, che danno al momento solamente un’immagine degradante delle parti della città dove sono presenti.
Il Capogruppo PDL
Enrico Maria Contardo
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