Da questa mattina è esposto al Museo Civico il quadro che raffigura San Crispino, attribuito dagli studi di Giorgio Felini e Italo Faldi a Domenico Corvi.
Fino all’11 dicembre sarà visitabile, nella sala al secondo piano, affianco di tante altre opere realizzate da artisti viterbesi.
Soddisfazione è stata espressa dall’architetto Giovanni Cesarini: “Un ottimo inizio per la giornata delle memorie viterbesi dedicata a San Crispino. Abbiamo voluto questa esposizione al Museo perché si tratta di uno dei più belli del Lazio, pieno di opere bellissime”. Gradimento anche da parte dell’Associazione San Crispino, che ha anche finanziato il restauro dell’opera e che inizierà dopo la mostra, come dimostrano le parole di Antonio Mercanti, il presidente: “La riscoperta di questo quadro è un’occasione culturale, il ricordo più bello per San Crispino”.
All’inaugurazione era presente anche l’assessore comunale alla cultura, Fabrizio Purchiaroni, che ha ricordato il compito dell’Amministrazione: “Ci stiamo impegnando per dare una collocazione adatta alle opere di questo museo, perché è necessario dare la giusta posizione alle opere d’arte. Con il nuovo anno provvederemo a risolvere la questione del museo, da troppo irrisolta per la chiusura dell’ala danneggiata. Stiamo organizzando la nuova sede nell’ex convento dei carmelitani, in piazza Fontana Grande”.
La parola è poi passata a Giorgio Felini, che ha spiegato a grandi linee il lavoro di ricerca, che è stato poi approfondito nel convegno a Palazzo dei Priori. “Partendo da una stampa – ha spiegato lo studioso – firmata da Domenico Corvi, e grazie all’intuizione dell’architetto Cesarini, abbiamo ritrovato questa opera, realizzata tra il 1750 e il 1752. Molto probabilmente Corvi incontrò lo stesso Crispino, che negli ultimi due anni di vita era ospitato in un convento romano, a pochi centinaia di metri dalla casa dell’artista”. Grazie ad una serie di radiografie si è potuto evidenziate che l’opera si compone di quattro versioni pittoriche, nella parte bassa, dove è riportata la scritta, che sono state via via corrette in funzione dei processi canonici che Crispino subì, da frate a servo di Dio, per poi diventare Beato.
La mostra presenta anche altre opere raffiguranti Crispino, tra cui l’ultima risalente all’anno della canonizzazione, realizzata da un altro artista viterbese: Felice Ludovisi.
La mostra sarà visitabile fino all’11 dicembre.
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