Viterbo ha dato oggi l'ultimo saluto al Dr. Salvatore Canta, noto medico
otorinolaringoiatra del capoluogo della Tuscia. Un medico molto stimato, ma anche un
grande sportivo con una passione particolare per il calcio. Grande
tifoso del Napoli, era anche un ottimo giocatore ed arbitro di molte
importanti partite. Come giocatore il suo ruolo principale era quello di
difensore a tal punto che, quando scendeva in campo, non “passava una
palla”. Per questo era stato soprannominato “ministro della difesa”,
divenuto poi il suo soprannome.
Era
anche un grande amante della musica e cantava, in diverse occasioni
conviviali, soprattutto tra amici e parenti, un vasto repertorio legato
alla canzone italiana, con una predilezione particolare verso Franco
Califano ed i brani più famosi della canzone napoletana, viste le
origini partenopee di suo padre Giovanni.
“Salvatore è stato un uomo che ha vissuto nell’impegno, nell’onestà e
nella generosità”. Così Don Pino, nella Chiesa di S. Maria della Grotticella, ha salutato il medico ed il caro amico Salvatore. "Un amico sincero. Ricordo che ci siamo conosciuti nel campo di calcetto, lui era un grande sportivo.
Poi abbiamo cominciato a frequentarci e la nostra amicizia è cresciuta giorno dopo giorno. Salvatore era una persona molto buona, con quello spiccato spirito napoletano che sempre fortemente vantava nella sua vita. Un giorno parlai con lui di un’ opera
buona, in un vecchio monastero di clausura.
Le suore da due inverni stavano al freddo e, in mancanza di riscaldamento, portavano una coperta sulle spalle. Grazie a Salvatore e ad un gruppo di amici che hanno contribuito, è stato possibile rifare l’impianto di riscaldamento rimettendolo completamente a nuovo. Questo era Salvatore, nella sua grande umanità. Aveva un senso innato per mettersi a disposizione degli altri ed il
bene che ha fatto gli aprirà per sempre le porte
del Paradiso."
“La
scomparsa del Dr. Salvatore Canta – come hanno ricordato in una nota i suoi colleghi- è
stata accolta con profondo dolore dai medici e dagli operatori sanitari
che hanno lavorato con lui prima all’Ospedale Grande degli Infermi e,
poi, presso Belcolle fino al suo collocamento in pensione. Ma
il Dr. Canta ha lasciato in una profonda tristezza anche i tantissimi
amici che erano soliti trascorrere con lui momenti di sport e di
spensieratezza, resi ancora più vivaci per la sua essenza di uomo leale,
corretto, altruista, simpatico, cordiale e sempre pronto allo scherzo
ed alla convivialità.Tutti
ne hanno da sempre apprezzato le qualità professionali e personali,
soprattutto nel periodo della sua attività presso il reparto
Otorinolaringoiatrico, sollecito nel dare il meglio di sé nell’approccio
con i ricoverati, dai più piccoli di età ai più grandi, con un
accostamento sempre caratterizzato dal sorriso e dall’empatia, facoltà,
queste, assolutamente necessarie nell’umanizzazione delle cure mediche
per agevolare il recupero psico-fisico del paziente.Ma
il dr. Canta è stato anche un eminente esempio per tutti allorquando,
sfidando il suo calvario di sofferenza fisica, ha messo in primo piano
quel coraggio, quella determinazione e quel discernimento che solo gli
uomini più grandi sanno fare, senza cedere al prevedibile avvilimento
che può generare un destino particolarmente avverso. “