Ultime news - Unonotizie.it - In virtù del pienone di pubblico, sorrisi, scroscianti risate, due repliche, ieri 10 febbraio, al Teatro Bianconi, a Carbognano, per la commedia brillante “Se devi dire una bugia…è meglio dirla grossa”, del commediografo, drammaturgo e attore britannico Ray Cooney, per la regia di Matteo Vacca.
Cosi’ come, in modo da poter apparire e sparire agilmente, due sono le suite, contigue, al Grand Hotel Palace, detto “Hotel Glande” dal cameriere cinese, la cui insegna è :“ Lusso e moralità”, in cui si svolge la rappresentazione.
In una delle due si sta per consumare, ‘alla faccia’ dei principi,- onestà, trasparenza, fedeltà-, cui sostiene d’ispirarsi il Ministro, un doppio adulterio: tra l’Onorevole ministro del governo in carica, De Mitri e la segretaria dell’opposizione. Ciò mentre alla Camera dei Deputati si sta svolgendo un noiosissimo dibattito parlamentare. Quando all’improvviso viene avvistato riverso sulla finestra, il cui saliscendi difettoso si è rivelato fatale, un presunto cadavere. “Guardone, spia, ladro, o piuttosto, dati i tempi, un clandestino?”, si chiede il ministro leghista De Mitri, senza perdersi d’animo.
In ogni caso, deve sparire. Tutto è meglio di uno scandalo. Da qui, un girotondo di personaggi che si evitano, si rincorrono, s’incontrano e si scontrano: dallo stesso Ministro, al suo fedele ed atterrito segretario; dall’ efficiente, ma perplessa, padrona dell’Hotel, all’imperturbabile e furbo, anzi impeltulbabile e fulbo, cameriere cinese; dal cadavere dello sconosciuto, resuscitato, ma semi smemorato, alla moglie dell’Onorevole che ha deciso di raggiungerlo per fargli una sorpresa; dalla spumeggiante segretaria, alla serissima graziosa infermiera dell’apprensiva ed inferma mamma del portaborse. Girotondo, al cui centro il Ministro si rivela un eterno ed attualissimo story telling: di bugia in bugia, la storia, volta a coprire ipocritamente la verità, mette in atto una strategia , mentre quest’ultima suscita a sua volta sbellicanti panzane, rivelandosi audace e persino efficace per un lieto fine.
Si sa che le bugie ‘hanno le gambe corte e che quelle involontarie generano talvolta malintesi giganteschi, che possono diventare pericolosi. Cosa rende, in questo caso, innocue, o meglio, proficue per un lieto fine, quelle esilaranti, dell’Onorevole?. A parte la sua bravura degna di uno stratega, abituato alla guerra di posizione?. Intanto le maschere e i nomi che mischiandosi nel gioco dell’equivoco e dello scambio d’identità formano una sarabanda, una girandola, degna di questo Carnevale in cui già siamo, e di quel Carnevale che da sempre è l’avventura umana. Nonché, la condizione preliminare dei personaggi di Cooney che è quella di stare e saper stare al gioco. Quel sottile ed avvincente gioco della Società dove un po’ come a Teatro appunto “Tutto è finto ma niente è falso”.
Bravissimi tutti gli attori. Compreso il ‘cadavere’, cosi’ immedesimatosi nella parte da svenire ancora una volta alla salva di applausi finali. Una speciale menzione a Marco Morandi per il doppio ruolo, difficile da reggere: del cameriere cinese, tanto distaccato e ironico, quanto invece è coinvolto e furioso il marito tradito, o se preferite, ‘cornuto’.
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