Ultime news - Unonotizie.it - L’Associazione Scientifico-Culturale “Antiqua Tellus-Centro Studi Mons. Simone Medichini” su iniziativa dei ricercatori Micaela Merlino e Angelo Capuzzi ha ripreso le indagini archeologico-topografiche nel centro storico e nel territorio di Villa San Giovanni in Tuscia. Già durante ricognizioni effettuate nei primi mesi dell’anno in Largo delle Fortezze, vicino ai resti del balneum datato al III secolo d.C. e appartenente alla villa di età romana, era stato indagato un piccolo ambiente nel quale non era stato possibile accedere nel corso delle ricerche del 2011-2013. Nei giorni scorsi il vano è stato di nuovo sottoposto ad analisi per eseguire una più accurata documentazione grafica e fotografica. All’interno, entro un’angusta intercapedine inglobata nel muro esterno di una casa privata, sono state rinvenute altre strutture murarie forse da riferire al calidarium, o comunque pertinenti ad un ambiente in stretta relazione con esso.
Si tratta dei resti di un vano a pianta rettangolare, il cui muro est costruito in opus caementicium ha un andamento rettilineo ed è conservato per circa m. 4. Anche il muro ovest è conservato per circa m. 4, ma ha un andamento curvilineo e pur avendo un nucleo in opus caementicium presenta, per circa m. 1 di altezza, un rivestimento in opus latericium piuttosto ben conservato. Il piano di calpestio dell’ambiente non è visibile, perché occultato da uno strato di interro, tuttavia si trova allo stesso livello di quello dei due ambienti con pavimenti a mosaico pertinenti il balneum. L’articolazione planimetrica fa presumere che questo ulteriore vano fosse absidato, e che affacciasse sulla sottostante vallata del Fosso di Vallozzano tramite un portico colonnato, che fungeva da belvedere, del quale sopravvive un rocchio di colonna in peperino ancora in situ. “La scoperta dei resti del nuovo ambiente permette di comprendere meglio l’estensione planimetrica dell’area del balneum verso ovest” afferma Angelo Capuzzi, “ è un nuovo tassello di conoscenze che si aggiunge a quanto da noi pubblicato nel 2013 nella monografia dedicata alla villa romana”.
Contemporaneamente le ricerche si stanno allargando per comprendere tutto il territorio di Villa San Giovanni in Tuscia. Nel fine settimana scorso insieme ad alcuni volontari è stata eseguita una ricognizione nel territorio comunale, nella zona limitrofa a Blera. Sono stati localizzati resti di muri in opus caementicium di età romana, vicino ad un’area di frammenti fittili tra cui anche resti di antiche macine in peperino, e si è provveduto a documentare in loco questi reperti. Il territorio tra Villa San Giovanni in Tuscia e Blera era segnato dalla presenza di ville e fattorie rustiche, i cui labili resti sono però ancora rintracciabili sul terreno. “Le ricognizioni archeologiche estese al territorio di Villa San Giovanni in Tuscia sono il necessario corollario per completare lo studio della villa romana, sui cui resti sorse il paese” precisa Micaela Merlino. “E’ importante volgere lo sguardo alle caratteristiche geomorfologiche, topografiche ed archeologiche del contesto territoriale nel quale la villa stessa fu inserita durante la sua lunga vita” aggiunge la studiosa “revisionando, aggiornando ed approfondendo i dati già disponibili”.
Ernesto Di Maro
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