Al Palazzo della Prefettura, si è tenuta - promossa da Archeotuscia - l’attesa conferenza della dr.ssa Tatiana Rovidotti sul tema “L’Epigrafia romana nel territorio viterbese”. Alla presenza di un folto pubblico particolarmente attento, l’archeologa epigrafista ha puntualizzato prima di tutto che l’antica storia della nostra città si è potuta ricostruire grazie alle numerose iscrizioni ritrovate sul territorio. Dopo aver parlato di quella che, oggi inglobata nelle mura del Museo Civico di Viterbo ricordava il famoso condotto, che dal Vico Quinziano, alle spalle del S.Maria in Gradi, portava l’acqua fin nella zona delle Acquae Passeris (oggi Bagnaccio), ha detto di quelle ritrovate a Ferento, approfondendo i collegamenti con la storia di Viterbo, ma anche con quella di Roma Imperiale.

E’ poi entrata nel vivo della sua conferenza, iniziando a parlare di una “sconosciuta” cittadina etrusco-romana che si trova proprio all’interno della nostra città, in località Riello. E’ stata ritrovata grazie alla lettura di varie iscrizioni. Ha precisato che le epigrafi sono state ritrovate nel Museo Civico di Viterbo, un’altra è ancor oggi murata lungo Via dell’Orologio Vecchio, poi a Montefiascone, fissata all’interno della Chiesa di San Flaviano ed infine l’ultima ritrovata nei pressi delle Terme INPS. Ha anche citato l’importanza del ritrovamento di un blocco di travertino modanato e di un cippo in peperino con un’iscrizione in lingua etrusca, quest’ultimo reperto oggi presso l’Albornoz. Tutte le iscrizioni facevano riferimento ai Surrinenses novenses, da cui si è dedotto che la cittadina si chiamasse SORRINA NOVA. La dott.ssa Rovidotti ha illustrato in concreto anche tutto quello che è venuto recentemente alla luce, dopo approfondite ricerche negli archivi e varie escursioni di Archeotuscia sul territorio, rendendo quindi nuovamente pubbliche alcune realtà che sono state “ricoperte” per secoli da un pesante manto nebbioso. Nella speranza che la Soprintendenza, l’Università ed il Comune di Viterbo comprendano il messaggio.

L’intervento conclusivo del Prof. Giuseppe Pagano, Presidente onorario di Archeotuscia, è stato indubbiamente quanto di più propositivo ci si potesse attendere dalla serata. Ha iniziato parlando del futuro della città di Viterbo e, senza voler parlare espressamente del progetto relativo all’aeroporto, ha lanciato un messaggio sull’eccezionalità ambientale, archeologica e termale dell’intera zona del Riello, proponendo alla città di Viterbo l’opportunità di gestire l’esistente in maniera globale per lo sviluppo della città con la creazione di un Parco Archeologico-Ambientale. Progettando una pacifica convivenza tra la città reale ed il territorio circostante dal punto di vista storico, ambientale ed archeologico, includendovi anche l’eccezionale via etrusca del Signorino, con l’intervento della Soprintendenza, della Regione Lazio, degli Enti locali e dei vari proprietari. Archeotuscia, ha precisato, non intende proporsi come antagonista, ma come interlocutore qualificato, in un contesto dove gli interessi del singolo privato, solo per mera ignoranza dell’esistente, devono necessariamente lasciare il posto allo sviluppo armonico della città negli anni a venire, per la salute dei suoi figli.

 

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