La crisi finanziaria, che ha toccato profondamente l’economia reale e mette a dura prova la capacità degli studi di settore di rappresentare correttamente la realtà delle imprese, impone interventi correttivi degli strumenti di accertamento fiscale.
E’ quanto sollecitato dai rappresentanti di Confartigianato e delle altre Organizzazioni dell’artigianato e del commercio durante una riunione della Commissione degli esperti sugli studi di settore.
La normalità economica fotografata dagli studi di settore – ha fatto rilevare Confartigianato - è costruita sui dati del 2006, o precedenti, e pertanto rappresenta un quadro economico che diverge profondamente dai risultati che le imprese stanno conseguendo attualmente. Siamo, pertanto, in una fase d’emergenza che impone risposte straordinarie anche sul fronte dell’applicazione degli studi di settore.
Confartigianato, nel corso della riunione, ha illustrato l'estensione e la profondità della crisi sulle PMI, e al termine è stato approvato un documento, condiviso dall’Amministrazione finanziaria, in cui viene tracciato un percorso che inizia da una attenta analisi dell'impatto della crisi sui processi produttivi e sui mercati di riferimento delle imprese e che porterà, entro marzo 2009, ad esprimere un parere sulla capacità degli studi di rappresentare le diverse realtà operative.
Entro marzo, quindi, si riunirà, in via straordinaria, la Commissione degli esperti sugli studi di settore che dovrà adottare le opportune soluzioni per consentire agli operatori economici di affrontare con la necessaria chiarezza gli adempimenti relativi alla dichiarazione dei redditi del 2008.
Le ipotesi in campo vanno da interventi selettivi per adeguare gli studi di settore alla crisi fino alla richiesta di ridurne la valenza probatoria.
Inoltre, una volta presentate le dichiarazioni dell’anno 2008, verrà analizzato concretamente l’impatto della crisi sui singoli settori e dall’analisi potranno scaturire ulteriori correttivi che permettano, in fase di selezione delle posizioni da controllare, l’eliminazione di quelle per le quali lo studio non è più rappresentativo.
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