Yara Gambirasio, indagini delicatissime e ancora in corso, ultime notizie Bergamo - Il pubblico ministero Letizia Ruggeri, a capo delle indagini riguardanti l'omicidio di Yara Gambirasio, ha affermato di non escludere la possibilità di andare al giudizio immediato di Massimo Giuseppe Bossetti, attualmente in carcere con la pesante accusa di essere l'assassino della tredicenne di Brembate. Il pm ha a disposizione 180 giorni per prendere la non facile decisione di ricorrere al giudizio immediato del muratore di Mapello, poiché sono comunque ancora molti i nodi da sciogliere nelle indagini. Di notevole importanza la testimonianza del fratello minore di Yara, che un paio di anni fa era stato ascoltato come testimone alla presenza di una psicologa. Il bambino aveva riferito di alcune confidenze fatte dalla ragazzina che diceva di aver "paura di un signore in macchina che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa percorrendo la via Morlotti". "La descrizione dell`uomo - aveva una barbettina come fosse appena tagliata - e della sua autovettura - macchina grigia lunga - si legge dal rapporto del gip - riporta l’attenzione all’indagato che risulta proprietario di una Volvo V40 di colore grigio e negli anni scorsi portava il pizzetto come si evince da alcune fotografie pubblicate sulla sua pagina Facebook". Una testimonianza dunque importante, ma che presenta alcune descrizioni che necessitano di ulteriori approfondimenti. Le indagini quindi sono ancora aperte e sotto segreto istruttorio, per un caso, che ha coinvolto una massiccia raccolta di prove e testimonianze. "È stata un’indagine faticosissima - ha affermato il pm durante la conferenza stampa in procura a Bergamo - è stata un’indagine pazzesca". Ma la chiave di svolta è stata data dagli esami di oltre 120mila Dna, che hanno portato al nome di Massimo Giuseppe Bossetti.
Omicidio Yara Gambirasio, ultime notizie Bergamo - Resta ancora in isolamento in carcere Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore di Mapello su cui pesa l'accusa di omicidio della tredicenne Yara Gambirasio. Ezia Maccora, il giudice per le indagini preliminari di Bergamo, non ha comunque ancora convalidato il fermo dell'uomo, 44enne sposato e padre di tre figli. Questo è quanto trapela dalle fonti investigative. Secondo il gip non sussiste un reale pericolo di fuga da parte di Bossetti e la convalida del fermo viene ritenuta una questione meramente "tecnica".
Da parte sua, il muratore di Mapello continua a dichiarare la sua innocenza, così come ha detto di fronte al pubblico ministero e al gip. Secondo quanto riferito dall'avvocato di Massimo Bossetti, Silvia Gazzetti, l'uomo ha risposto a ogni domanda e si è proclamato innocente e "totalmente estraneo ai fatti che gli sono stati contestati”. L'accusato ha affermato di non aver mai conosciuto Yara, nè la sua famiglia e che la sera dell'omicidio si trovava in casa.
Ma le tracce biologiche rinvenute sugli indumenti della tredicenne assassinata appartengono a Massimo Bossetti, che non è stato in grado di rispondere alla contestazione del gip, dicendo di non sapersi spiegare come il proprio Dna fosse presente sul corpo di Yara.