Tuscia, Viterbo, quartiere Pianoscarano, ultime notizie turismo – UnoNotizie.it - Il caratteristico quartiere di Pianoscarano è uno dei più antichi del centro storico di Viterbo e, ancora oggi, ha mantenuto praticamente intatta la sua fisionomia originaria. L’antico nome “Vico Squarano” sembra derivi dal termine longobardo “squara”, cioè schiera, e potrebbe riferirsi al luogo dove erano accampate le truppe durante la dominazione longobarda. Ciò fa pensare che la contrada fosse già abitata nella seconda metà dell’VIII secolo. Il torrente Paradosso separava il quartiere dal resto della città a cui Pianoscarano era collegato tramite un ponte che tutt’ora permette il raggiungimento del quartiere San Pellegrino.
L’elemento distintivo della piazza principale di Pianoscarano è la fontana, costruita sui resti di una più antica distrutta durante una sommossa avvenuta nel 1367, durante il pontificato di Urbano V. Nel periodo in cui il papa si trovava in città con la sua corte, un servo lavò un cane nella fontana, provocando una violenta rivolta da parte degli abitanti del quartiere. La reazione del papa fu molto dura: ordinò che venisse demolita la fontana, che venissero bruciate le case dei responsabili della sommossa e che fossero abbattuti i merli delle mura a difesa del quartiere.
La fontana appartiene alla tipica forma “a fuso”, è cioè formata da una vasca circolare e da un elemento centrale affusolato composto da una colonna liscia con capitello a motivi floreali che sorregge un prisma esagonale sui cui lati si aprono degli archetti con al centro sculture raffiguranti leoni. La parte terminale del fuso è sorretta da un tronco di cono scolpito con figure di santi.
A Pianoscarano si trova inoltre una delle chiese più belle della città: la chiesa di Sant’Andrea, citata già in alcuni documenti del IX secolo. Sul primitivo edificio se ne impiantò un altro verso la metà del XII secolo ma l’originale struttura romanica ha subìto nei secoli molti restauri e manomissioni. L’attuale aspetto della chiesa è inoltre frutto di ricostruzioni successive ai bombardamenti del 1944 quando un attacco aereo distrusse la parte centrale dell’edificio. Tramite un portico a tre arcate si entra nell’interno a navata unica e tetto a capriate. L’ambiente si sviluppa nel senso della larghezza con un presbiterio rialzato al quale si accede da una grande scalinata ai lati della quale si scende nell’antica cripta. Questa presenta una copertura con volte a crociera sorrette da capitelli con elementi fogliati stilizzati di matrice cistercense. Sulle pareti sono anche visibili tracce di affreschi duecenteschi che un tempo coprivano l’intera superficie muraria.i
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