Roma ultime news www.UnoNotizie.it - Britannici ,e non potrebbe essere altrimenti. Per la
precisione i quattro ragazzi che compongono i Funeral Suits vengono dalla verde
Irlanda; tuttavia le loro sonorità traggono tanto da tutta la scena indie
inglese degli ultimi anni. Maccabees, Franz Ferdinand, Bloc Party, Arctic Monkeys
e tanta elettronica sempre made in England.
Il disco ha avuto una gestazione
piuttosto lunga, James e soci ci hanno lavorato su ben due anni,e con ottimi
risultati. A ritmi e sonorità rock si sposa benissimo un elettronica ad oggi
“molto di moda”. In effetti la formula usata dai Funeral Suits non è troppo
innovativa, visto che di gruppi che tentavano di raggiungere questi risultati ce
ne sono stati tanti.
La vera differenza tra gli altri e “Lily of the Valley” ,è
il fatto che i Funeral Suits lo fanno con un pizzico di incoscenza e senza
riflettere troppo sulle conseguenze. Il sound delle chitarre è spesso molto
acido e coinvolgente, le linee melodiche accattivanti e decisamente ispirate dal
movimento brith degli ultimissimi anni.In questo modo l’elettronica risulta
essere solo un contorno con la funzione di smussare gli angoli piuttosto acuti
del sond della band d’irlanda e rendere così il disco ancora più piacevole.
Fondamentalmente i Funeral Suits continuano a lavorare seguendo la loro strada,
le tastiere e i suoni campionati sono solo un ottimo espediente per armonizzare
il disco. “Lily Of The Valley” contiene undici tracce e comincia con “Mary’s
Revenge” ,traccia che rappresenta perfettamente ciò che abbiamo detto e che
aspetta l’ascoltarore all’inizio dell’album. Un picco si ha poi nelle tracce
centrali dove spiccano “All Those Friendy Peaple” e ”Colour fade”.
Quest'ultima traccia, usata come singolo già parecchi mesi fa, aveva già fatto capire
a tutti che il disco e il gruppo sarebbero stati decisamente da segiure. In
questa traccia, leggermente più lenta e meno distorta, i Funeral Suits riescono
a tirare fuori davvero il meglio di loro e mettere in chiaro che la lezione
indie pop degli ultimi anni l’hanno imparata piuttosto bene.
Le uniche pecche
che si possono riscontrare riguardano due fattori di cui abbiamo già parlato. Il
suond, nonostante l’elettronica, risulta essere ancora un po troppo spinoso,
segno dalla non ancora completa maturità dei ragazzi dal punto di vista
musicale. Il secondo aspetto negativo riguarda ovviamente i tanti riferimenti ad
altri gruppi.
Se si vanno a scomporre le diverse componenti di una canzone
ognuna di esse può essere accostata ad altri: la chitarra molto simile ad alcuni
lavori degli Arctic Monkeys, la voce che prende spunto dai migliori White Lies
ecc. In realtà anche su questo punto ci sono però delle atttenuanti: prima di
tutto il gruppo ha tempo per poter staccarsi definitivamente dal passato.
inInoltre tutte queste citazioni risultano molto chiare se si scompone , come
detto, la canzone in componenti e si presta attenzione ad ognuno di questi
singolarmente. In reatà nell’insieme la canzone crea un effetto particolare.
Tanti richiami che si mischiano tra loro e diventano molto meno definiti,creando
comunque un ottimo effetto complessivo. Bel disco, per gli amanti dell
‘indie-rock come si deve.