La nuova sala è dedicata ad un importante ritrovamento archeologico avvenuto nel 1992 nel territorio dell’antica metropoli etrusca. Nel corso di interventi sull’acquedotto moderno, in località Banditella – a soli 5 km in linea d’aria da Vulci- venne alla luce un antico deposito votivo, uno stagno utilizzato a lungo nei secoli come area cultuale. Già nel IX secolo a.C., infatti, intorno alla sorgente d’acqua era nato un luogo di culto, onorato con grande devozione dagli abitanti del luogo che qui venivano a donare offerte alle loro divinità.
Sulle ghiaie che formavano il fondale del piccolo bacino lacustre, e non oltre le sue sponde, gli archeologi recuperarono numerosi oggetti votivi, in gran parte vasetti miniaturistici, vaghi di collana, rotelle in osso decorate da cerchielli concentrici, anellini in bronzo ed in argento.
Faceva parte del deposito votivo, anche se recuperato nella terra già asportata dai primi interventi moderni, un piccolo bronzo raffigurante un cavallo, dalla superficie elegantemente decorata da sapienti linee incise. Il materiale, restaurato al moneto del recupero e oggi sottoposto ad una nuova rilettura, viene finalmente esposto per la prima volta al pubblico.
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