UnoNotizie.it - E’ in corso nel Partito Socialista Europeo una affascinante ricerca, iniziata alla Progressive Convention del 25 novembre 2011 a Bruxelles, sui valori fondamentali della socialdemocrazia del XXI° secolo che coinvolge politici in senso stretto, intellettuali, economisti, storici e studiosi delle discipline sociali. Fermi restando i valori classici, quelli della Rivoluzione francese, libertà, uguaglianza, giustizia sociale, solidarietà, la ricerca ruota attorno ad alcune parole e al loro significato oggi, come ‘benessere’, ‘progresso’, ‘crescita’.

Passaggio cruciale per il tentativo di contrastare e possibilmente superare la devastante crisi finanziaria ed economica che sta minando la fragile Unione Europea, per esser stata edificata solo sulla finanza, e l’euro stesso. L’ambizione del Pes è costruire le società progressiste, in vista delle elezioni europee del 2014. In ballo c’è in Europa una sfida epocale, culturale e politica, tra due modelli di società: uno, quello creato dal neoliberismo e dal neocapitalismo finanziario che tutto regolano in termini di denaro, di guadagno facile, di potere e carriera, di consumismo sfrenato e individualismo esasperato; l’altro da progettare e definire che ha al centro ‘la persona umana’ con i suoi ‘bisogni materiali’ da soddisfare perché legati alla sopravvivenza, ed  ‘immateriali’ da rendere fruibili, perché indispensabili alla formazione della personalità e dell’identità.

Infatti, si sta cercando di definire una nuova economia e un nuovo modello di società che assumono in se – ecco la novità - un aggettivo da sempre trascurato nella sinistra: ‘umano’. Non a caso, si parla di ‘humaneconomy’ e di ‘well-being’, una visione del ‘benessere’ che tiene conto degli elementi meno tangibili e più relazionali dei bisogni umani.

In questa affascinante ricerca del partito Socialista Europeo, pare volersi cimentare, pur nel ruolo di osservatore, il Partito Democratico con la Carta d’Intenti i cui capitoli sono: Europa, democrazia, libertà, uguaglianza, lavoro, sapere, diritti. E lo fa facendo riferimento all’idea – riconosciuta oggi ‘geniale’ – di Riccardo Lombardi di ‘una società più ricca perché diversamente ricca’. Idea che ha trovato in questa ricerca, l’habitat naturale.

Spiega Stefano Fassina: “siamo interessati a raccogliere e sviluppare la proposta di una società diversamente ricca. É la risposta giusta, di buon senso alla crisi di oggi, al neoliberismo che è, questo sì, da rottamare. La società diversamente ricca è stata un’intuizione felice, un’idea brillante di Lombardi, che ancora oggi è valida e direi giusta e di straordinaria attualità per la politica economica. Abbiamo, infatti, davanti a noi il problema della domanda: e, se vogliamo assicurare la sostenibilità macroeconomica ed ambientale, è del tutto impensabile proseguire con i modelli di consumo avuti finora. Qui la modernità dell’idea di consumi ‘diversamente ricchi’, non meno consumi, ma più consumi ‘diversamente ricchi’, cioè che arricchiscono la cittadinanza sociale, la collettività: penso alla ricerca, all’innovazione, alla conoscenza, al tempo libero, alla cultura, ai beni comuni”.

Il capitalismo, sosteneva Lombardi, andava radicalmente cambiato perche’ e’ divenuto “troppo costoso per noi, per l’operaio e per l’umanita’ intera”
Quel che andava cambiato dall’interno era il sistema e l’apparato produttivo: cambiare i pezzi del motore senza fermare il motore! Assicurare obbligatoriamente quei ‘beni materiali’ universali legati alla sopravvivenza: una casa, un lavoro e un salario dignitosi, la buona salute, ma al tempo stesso anche beni ‘immateriali’ universali, indispensabili alla formazione di una propria personalità: l’istruzione, il tempo libero, la cultura, la qualità della vita.

Ovvio che questo progetto e modello di società per esser realizzato richiedeva una alleanza tra tutte le forze politiche progressiste in Europa a partire da un ‘programma comune’: la sfida culturale e politica era e non poteva esser altrimenti con il capitalismo e la finanza, con l’ideologia neoliberista. Oggi, come negli anni Ottanta, “siamo all’apertura di una situazione in cui o si trova una soluzione socialista oppure siamo alle barbarie, questa è la realtà delle cose”.


Carlo Patrignani


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