LAZIO ultime notizie ROMA – www.unonotizie.it – Un patto su proposte condivise, che punti all’aumento della produttività italiana, al fine di arrivare a Bruxelles, agli appuntamenti di Ottobre, con le carte in regola e dei risultati concreti in fatto di crescita e occupazione. Questi in sintesi gli obiettivi dell’incontro tenutosi ieri a Roma tra il premier Mario Monti e alcuni ministri del suo governo e le parti sociali.
I tempi per la ricerca di un accordo tra imprese e sindacati per l'aumento della produttività sono stretti: il premier Mario Monti l'ha definito "essenziale" per la crescita e l'occupazione e oggi ha chiesto ai sindacati di portare, insieme alle imprese, "risultati concreti" entro un mese in modo di presentarsi agli appuntamenti comunitari di ottobre (l'8 l'Eurogruppo e il 18-19 il Consiglio Ue) con novità significative in questa direzione.
La Cgil frena e avverte: la crescita - ha detto il numero uno del sindacato, Susanna Camusso - "non può dipendere da quello che le parti sociali possono fare in termini di produttività aziendale. Servono interventi sulla produttività di sistema, politiche industriali ed energetiche da parte del Governo". Il Governo ha dato il cerino in mano ai sindacati avvertendo che nel nostro Paese "il ritardo di produttività sta aumentando" rendendo le nostre imprese sempre meno competitive rispetto a quelle estere e, quindi, oggi il "recupero della competitività delle imprese" è una "sfida" forse ancora "più importante dello spread".
"Così come il governo, bene o male, sta facendo il meglio che può per migliorare la situazione - aveva detto il presidente del Consiglio prima che cominciasse l'incontro a palazzo Chigi - ci aspettiamo, anzi esigiamo a nome del Paese e dei cittadini che imprese e sindacati facciano qualcosa di più con il loro diretto e congiunto impegno". L'obiettivo è tra gli altri quello di implementare l'accordo del 28 giugno 2011 (su rappresentanza e possibilità di deroghe ai contratti nazionali con le intese aziendali), di fatto ancora inutilizzato (e non recepito nei contratti nazionali come previsto).
Il Governo - ha assicurato il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera, che coordinerà il confronto tra le parti - è pronto a mettere le "poche risorse che ha" a "supporto" di queste eventuali intese. "Avete fatto accordi e contribuito a leggi sagge - ha detto al tavolo - vi chiediamo di usarli di più e applicare concretamente gli strumenti che già avete a disposizione per creare produttività".
"Non abbiamo preso impegni concreti, era la ripresa di un dialogo finalizzato ad aumentare la produttività del sistema Italia", dice il ministro del Lavoro, Elsa Fornero. E' probabile che la strada sia quella di rifinanziare la detassazione sugli straordinari e sui premi di produttività (introdotta dal Governo Berlusconi e depotenziata dal Governo Monti). I temi al centro del confronto per il rilancio della produttività saranno l'organizzazione aziendale (e la maggiore flessibilità) e gli orari di lavoro.
"Ci sono margini - ha detto Passera - per mettere più soldi in tasca alla gente" precisando però che "senza aumenti di produttività, aumenti salariali saranno impossibili". Ma la Cgil frena sulla possibilità che si trovi un'intesa con le aziende in tempi brevi e soprattutto sulla possibilità che il tema si limiti all'impegno delle parti sociali: "Per noi non ci sono scadenze - ha detto Camusso al termine dell'incontro - il governo ci dica quando inizia a fare dei provvedimenti che servono a rimettere in moto" il Paese.
"Non c'é assolutamente alcun impegno" da parte dell'esecutivo che "continua a immaginarsi una incentivazione semplicemente al maggior lavoro" in una stagione di "cassa integrazione e di licenziamenti e di riduzione della produzione". La Cisl apprezza invece il via al confronto e con il leader, Raffaele Bonanni, sottolinea: "Sono stati smentiti i gufi anticoncertazione. Siamo disposti a lavorare insieme sugli elementi che ostacolano la maggiore produttività per alzare i salari", oggi "troppo bassi".
Disponibile al confronto si è detta anche la Uil avvertendo che la crescita passa per la "detassazione di salari e pensioni", mentre l'Ugl si dice pronta alla trattativa "purché si rimettano soldi in tasca dei lavoratori".