Viterbo, ultime notizie Civita Castellana - UnoNotizie.it - Improvvisamente, è scoppiata sui media, in particolare sull’Unità e sul Corriere della Sera, una strana querelle sull’attualità o meno di Palmiro Togliatti, sull’opportunità o meno di una sua collocazione del Pantheon del Pd. Poco prima del revival su Togliatti, a Trento veniva in pompa magna celebrato dai suoi eredi sparsi nelle diverse formazioni politiche Alcide De Gasperi: a questo rito celebrativo non si sottraeva il Premier, Mario Monti.

La seconda parte di agosto è stata così caratterizzata da un inaspettato revival Togliatti - De Gasperi. Perché mai? Molti se lo sono chiesto e le risposte hanno riguardato una disputa storico-politica dove a Togliatti e alla sua ben nota doppiezza veniva contrapposto il ruolo innovatore di Enrico Berlinguer soprattutto in campo internazionale con la distanza dall’Urss e l’avvicinamento alle socialdemocrazie europee: l’eurosocialismo.

Poco prima però di questo revival, ed esattamente a metà del mese di agosto, il responsabile della Cultura e dell’Informazione del Pd, Matteo Orfini aveva definito il libro di Carlo Patrignani, ‘Diversamente ricchi’ (Castelvecchi editore), che sarà presentato sabato prossimo per la quinta volta dalla sua uscita ad una Festa Democratica dell’Unità, quella di Civita Castellana: “uno dei libri che ben si inserisce nella ricerca e nella costruzione di quel ‘pensiero nuovo’ indispensabile e necessario nella sfida culturale e politica aperta in Europa: una battaglia delle idee che, seppur difficile e complicatissima, insieme alle altre forze riformiste, socialiste e socialdemocratiche europee, vogliamo vincere”.

Il libro veniva ospitato e presentato dopo l’esordio, il 25 luglio, alla Festa di Caracalla a Roma, alla Festa Nazionale della Cultura e dell’Informazione di Firenze, il 25 agosto: segno evidente di un interesse reale al suo contenuto, l’idea di Riccardo Lombardi di ‘una società più ricca perché diversamente ricca’, ossia all’Utopia ‘socialista’ di un progetto culturale per un modello di società diverso da quello imposto dal capitalismo finanziario e dal neoliberismo.
“Vogliamo tirare fuori il Paese da una difficile crisi finanziaria ed economica certamente, ma anche culturale – aggiungeva Orfini – Essa infatti è figlia di una ideologia che domina da vent’anni: il neoliberismo, il laissez faire il mercato, per cui la società non esiste, la persona neanche. Vogliamo ribaltare questo paradigma culturale per cui prima di tutto viene la persona umana che oltre al lavoro, alla casa, ai beni materiali chiede e pretende  anche beni non materiali come la cultura, ossia il sapere e la conoscenza, la qualità della vita”. Da ciò si evinceva chiaramente il pensiero di Orfini, ossia il liberismo non è di sinistra.

Non a caso, viste le difficoltà – la recessione prima di tutte che colpisce l’occupazione e lo Stato Sociale - in cui il Paese ancora si dibatte, si sono rivelate “lungimiranti – notava ancora Orfini – le critiche che una parte del partito sollevò alla lettera della Bce di un anno fa riportata nel libro che alcuni volevano assumere addirittura a programma economico”. 

Evidente lo scontro interno al Pd tra due opzioni economiche opposte quella neoliberista e quella sociademocratica, meglio ancora lo scontro tra ‘pro-montiani’ ed ‘anti-montiani’.

Insomma nel Pd è cresciuta negli ultimi tempi una attenzione particolare al libro anche per gli autorevoli contributi: tra gli altri quello dell’attuale presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, riportato per esteso dall’Unità il 26 agosto: “Non possiamo non dirci anticapitalisti: il socialismo è incompatibile con il capitalismo”. Ed ancora quello di Catherine Trautmann, capo-delegazione degli eurodeputati del Psf a Bruxelles: “quello di Lombardi è  un messaggio di attualità, un contributo che va ben al di là delle frontiere italiane” oppure quello del responsabile economico del Pd, Stefano Fassina che si muove sulla stessa lunghezza d’onda di Orfini: “siamo interessati a  raccogliere e sviluppare la proposta di una società diversamente ricca.

É la risposta giusta, di buon senso alla crisi di oggi,  al neoliberismo che è, questo sì, da rottamare. La società diversamente ricca è stata un’intuizione felice, un’idea brillante di Lombardi, che ancora oggi è valida e direi giusta e di straordinaria attualità per la politica economica”. Il libro si avvale infine dei contributi di Susanna Camusso, Guglielmo Epifani, Gianni Pittella, Shyn McCallum, degli economisti Paolo Leon, Giorgio Ruffolo, Bruno Amoroso, Alessandro Roncaglia, Riccardo Cappellin, Anna Pettini e Andrea Ventura.

Forse la risposta all’inatteso, inaspettato e di certo non originale, revival Togliatti-De Gasperi, potrebbe stare proprio nell’interesse lievitato in una parte rilevante del Pd per un’impostazione economica ma anche politica – quella lombardiana – che ebbe ed ha sempre avuto pochissimi punti di contatto con l’impostazione dei due ‘leader maximi’ sintetizzabile nell’incontro storico tra i due maggiori partiti, Pci e Dc, sbocciato sulle rive di Salerno nel 1944 con la proposta ‘togliattiana’ dei governi di unità nazionale e portato avanti con l’approvazione dell’art.7 della Costituzione (i Patti Lateranensi), con il decreto di amnistia e proseguito negli anni sessanta e settanta con il compromesso storico e con la politica dell’austerità: ad esse Lombardi contrappose sempre l’alternativa socialista e ‘una società più ricca perché diversamente ricca’.      

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