Alta moda, collezioni autunno/inverno 2012/2013, ultime notizie Roma - E’ bella, giovane e ha un grande talento l’astro nascente dell’Haute Couture Italiana. Vive l’Alta Moda fin da bambina quando la nonna Eva, titolare di un atelier, le trasmette la passione e l’amore per questa arte. Nel 2002 Giada sposa Antonio Curti, titolare dell’omonimo atelier che da oltre cinquant’anni è punto di riferimento per l’alta moda sposa italiana. Insieme rendono l’azienda un marchio internazionale.
Nel luglio 2010 una nuova sfida, l’ingresso in AltaRoma AltaModa dove presenta la collezione autunno inverno in una applaudita sfilata. A febbraio 2011 la stilista apre il suo elegantissimo Atelier romano, su Rampa Mignanelli, a due passi dalla splendida Piazza di Spagna dove presenta anche le sue collezione. Oggi le creazioni Giada Curti si trovano nelle più eleganti boutique italiane e all’estero come Dubai, New York, Mosca, Città del Messico e Tokyo.
Nell'ambito del cartellone romano di alta moda.quest’anno Giada Curti ha presentato la sua nuova collezione in uno scenario da fiaba, il Parco dei Daini di Villa borghese a Roma. Piume tra i capelli, abiti opulenti come nei ritratti delle donne del circo dipinte da Fernando Botero. Fra giocolieri e trampolieri, in un giardino illuminato da fiaccole e luci colorate sfilano in passerella dieci preziose creazioni che prendono posizione nella giostra sotto un immaginario tendone. Giada Curti sceglie pregiati shantung, duchesse, broccati e cangianti chiffon nei colori del nero, del rosso e dell’oro. Li trasforma in voluminosi abiti-gioiello da grande soirée con sovrapposizioni di tulle su ampie gonne sostenute da bande di crine. Pietre dure e cristalli swarovsky.
Décolleté misurati che inquadrano il viso in un trionfo di cristalli. Sul collo esplodono grandi fiocchi in seta. Le maniche in pizzo nero terminano con polsi decorati da ricche e raffinate passamanerie in swarovski e pietre dure. Trasparenze su pizzi rebrodés intarsiati di piume in tinta. Creazioni opulente e rigorose al contempo che menzionano il lusso e lo sfavillio degli abiti delle signore del circo, ma, allo stesso modo, richiamano la disciplina e la severità di quel mondo.
“Gli abiti dei circensi” – afferma Curti – “non sono costumi, ma paramenti sacri che si muovono nella pista del circo tra mangiatori di fuoco, acrobati, tigri e incantatori. L’arena è l’altare in cui si scongiurano le paure. Il tendone è il tempio e le modelle sono audaci sacerdotesse abili a domare le fiere e nel cavalcare. In fondo, il circo è l’allegoria della società dei nostri tempi. Le donne non cadono. Anzi. Sono sempre più consapevoli della loro bellezza e del loro successo”.
La sorpresa finale è l’abito da sposa di un intenso verde salvia, in alternativa al bianco della tradizione. Vita lunga e ricami in swarovski sotto il seno nelle gradazioni del salvia e dello smeraldo che disegnano collane sulla schiena. Ampia gonna a pieghe baciate. Lunghissimo il velo in tinta con l’abito.