Il ministro Tremonti nel ciclone delle polemiche, ultime notizie, Roma - Ha respinto con decisione qualsiasi ipotesi di illecito, il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, in merito all'abitazione datagli in affitto da un ex consigliere, Marco Milanese, indagato per corruzione. Ma ammette il ministro di aver fatto degli errori e commesso leggerezze nel condurre l'intera vicenda. Alla fine Tremonti ha dovuto rispondere pubblicamente del polverone che si è sollevato e lo ha fatto parlando sia alla televisione che alla carta stampata, sottolineando di non avere alcuna intenzione di dimettersi dalla carica di ministro, per tutelare gli interessi dell'Italia.
La casa dello scandalo è un appartamento situato in via Campo Marzio a Roma, che Tremonti avrebbe preso in affitto da Milanese, suo braccio destro e deputato del Pdl, per la cifra di 8.500 euro al mese. Affitto che Tremonti avrebbe pagato in parti in contanti a 1000 euro al mese, come riferito da Milanese stesso. Quest'ultimo, ricordiamo, è indagato dalla magistratura di Napoli che ne ha richiesto l'arresto con l'ipotesi di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e associazione a delinquere per quel che riguarda un'indagine su una assicurazione.
E sono stati in molti a chiedersi se fosse stato necessario pagare un affitto con denaro contante. "Per uno come me scusarsi è una cosa - ha detto il ministro in televisione - però, devo dire: se ho fatto degli errori, l'unica scusante che ho è che lavoro un sacco", ha detto oggi in tv. "Però non ho bisogno di illeciti favori, di fregare i soldi agli italiani. Non ho casa a Roma, non me ne frega niente. Devo dire poi che non ho particolare vita da salotti, di poteri, di appalti", ha sottolineato.
Ma a scatenare ancora di più il putiferio intorno al ministro dell'Economia, sono state alcune dichiarazioni a riguardo della sua scarsa tranquillità nello stare in albergo o presso la caserma della guardia di Finanza: "La verità è che, da un certo momento in poi, in albergo o in caserma non ero più tranquillo. Mi sentivo spiato, controllato, in qualche caso persino pedinato".