"La
sessualità è una cosa complicata - dichiara
a Vanity - Conosco molti gay e lesbiche
che sono passati attraverso le mie stesse esperienze e che hanno
avuto gli stessi dubbi. Un po’ alla volta cresci, leggi, parli con
la gente, finché un giorno ti guardi nello specchio e ti fai una
domanda: “Chi sei, che cosa vuoi davvero? Che cos’è per te la
felicità?”. Io mi sono risposto: “Orgoglio, autostima, dignità,
accettazione: è questo che voglio”. Io
sono fortunato di averlo scoperto entro i trent’anni» A
luglio, subito dopo la pubblicazione del libro, Ricky Martin sarà in
Italia: il suo tour, che si chiama Música +
Alma + Sexo dal titolo dell’ultimo album
uscito all’inizio di quest’anno, è anche il primo dal coming out
e dalla presentazione «ufficiale» del suo compagno, il finanziere
Carlos González Abella, al quale, nel marzo scorso, Ricky Martin ha
dedicato il premio che la Glaad – organizzazione per la difesa dei
diritti dei gay – gli ha assegnato per il suo contributo alla lotta
contro l’omofobia. Ma è soprattutto del suo debutto di scrittore
che vuole fare, oggi, il bilancio. «Scrivere
la mia autobiografia è stato un passaggio così importante che anche
solo parlarne è come fare terapia. Per troppo tempo avevo manipolato
la comunicazione: alla fine ero così stanco".
I bambini la seguono in tour?
"Sì. Ho imparato che, quando hai figli, ogni decisione è per il loro benessere. “A che ora partiamo per la prossima tappa? A che ora facciamo il sound check?”. Le risposte possibili sono solo due: “Prima del riposino” e “Dopo il riposino”. Mia madre viene con noi: è un grande aiuto. E questo è solo l’inizio".
Che cosa intende?
"Che
voglio altri figli".
Sa anche quanti?
"Mi
verrebbe da dire cinque, ma devo essere responsabile e aspettare di
capire che cosa sia meglio per tutti. Magari tre è il numero
perfetto, e forse la prossima volta si tratterà di un’adozione".
Nel libro si descrive come un romantico che crede
all’amore perfetto. Significa che tra i suoi progetti futuri c’è
una famiglia dove i papà sono due?
"Nel
libro ho preferito non parlarne. Ma sono da tre anni in una relazione
molto stabile, molto bella. Lui ama i miei bambini e loro amano lui".
Eppure lei continua a considerarsi un padre single.
"Sì. Io sono il papà e lui è semplicemente Carlos. A casa nostra non ci sono due padri, ma questo non vuol dire che non siamo una famiglia. Proprio questo voglio insegnare ai miei figli: che ognuno è diverso, e che bisogna accettare se stessi e gli altri nella rispettiva unicità".
Perché è così difficile vederla in pubblico con il suo compagno?
"Non tutti amano
stare sotto i riflettori. Io adoro i red carpet, Carlos no: è un
banchiere, non un cantante, è timido, e non posso forzarlo".
Il matrimonio per i gay è solo una questione di pari
diritti o è anche una possibilità che ha preso concretamente in
considerazione?
"Non ora, non per me, ma
dammi la possibilità di farlo. Si tratta di diritti umani, di
parità, nient’altro".
Ha scritto: «Se ho sempre desiderato avere figli è grazie alla relazione con mio padre e con i miei fratelli». È possibile che il motivo per cui non si vuole sposare sia il divorzio dei suoi genitori quando era ancora bambino?
"Non tutti i
figli di famiglie separate hanno il rifiuto del matrimonio. La mia
relazione è cominciata solo tre anni fa: è troppo presto".
Tre
anni le sembrano pochi?
"Mettiamola così:
se un giorno avessi il diritto di sposarmi, forse cambierei idea".
Suona come una scusa.
"Ah, ho capito quello che pensa: alla fine vuoi uomini, gay o etero, siete tutti uguali, tutti allergici al matrimonio. E, forse, ha ragione".
Commenti |
||
nessun commento... |