LO SCENARIO NAZIONALE
“La
disponibilità di territorio agricolo si sta erodendo pericolosamente
(e certo non è più riconvertibile una volta sigillato e
impermeabilizzato dagli usi urbani), ... In Italia, in soli sei anni
(dal 2000 al 2006) la quota di territorio nazionale impermeabilizzato
è aumentata di ben un punto percentuale, passando dal 5,3% al 6,3%.”
( Rapporto Censis 2010). Il Censis ci informa inoltre che ogni giorno
gli speculatori ricoprono di cemento 55 ettari di suolo agricolo e la
bolla immobiliare è prossima ad esplodere come già accaduto in
Irlanda, Spagna, Gran Bretagna e USA. In Italia
tra il 1995 e il 2009 sono state costruite oltre 10.000.000 di unità
abitative. Poi la crisi, i fallimenti e la “scoperta” che milioni
di case inutili hanno divorato terra fertile e sottratto risorse
economiche a settori produttivi capaci di creare ricchezza e lavoro.
Alcuni aspetti del mercato immobiliare sono poco noti.
I più non
sanno che ingenti somme di denaro sono tornate in Italia grazie allo
scudo fiscale e sono state spese in buona parte comprando immobili.
Grazie allo scudo evasori, corrotti, concussi e mafiosi di tutte le
latitudini hanno ripulito somme occultate all'estero e le hanno
riversate abbondanti nel mercato immobiliare, che è stato come
drogato dal denaro
riciclato. Ma il vero stato di salute del
real-estate (fondi d'investimento immobiliare e simili) lo segnano
gli indici di borsa di settore degli ultimi 18 mesi. Tutti a picco, a
dimostrazione che banche, assicurazioni e altri gruppi speculativi
hanno tolto i soldi dal comparto immobiliare sapendo che i valori
delle case scenderanno in misura consistente per ciclicità del
mercato ed eccesso di offerta. Ma nessuno lo dice alle famiglie che
continuano a pensare al mattone.
Chi oggi, con difficoltà ottiene un mutuo fondiario subisce dalla banca un basso valore di stima ipotecario, che prefigura il valore futuro. La situazione economica del paese è disastrosa e gli immobili saranno presto nella tempesta. Molti non producono reddito, sono sfitti; lo Stato, troppo sensibile alle ragioni di chi, per incassare la rendita fondiaria, vuole costruire e vendere case, non s'è preoccupato di emanare una moderna legislazione sull'affitto. In questo quadro la redditività di seconde e terze case è più a rischio.
UN CASO EMBLEMATICO: TARQUINIA
Mettiamo
ora a fuoco quanto accade a Tarquinia. Negli ultimi dieci anni un
migliaio di ettari di terra sono stati sottratti all'agricoltura per
essere “ri-destinati” a cemento e asfalto. Ogni volta in
consiglio comunale molti si sono riempiti la bocca con la parola
“sviluppo”, nel tentativo di coprire la dipendenza a centri di
potere esterni. Sempre lo stesso copione: presentazione celere ai
consiglieri, qualche “doverosa” domanda dell'opposizione, bocche
cucite nella maggioranza, rapida votazione e approvazione quasi
unanime. Qualche volta ci sono stati dei rompiscatole che hanno messo
i consiglieri di fronte a responsabilità gravi. Così è accaduto
nel 2009 con il cementificio, bloccato in extremis, poco prima
dell'approvazione voluta dal sindaco Mazzola, nonostante il progetto
fosse corredato di carte fasulle.
Dietro il cementificio c'è ancora mistero e silenzio. Mazzola forse è l'unico che sa chi si cela nell'anonimato della “Cordusio”, proprietaria della srl che ha presentato il progetto delle carte fasulle. Ai consiglieri, eccetto uno, non è interessato saperlo anche per conoscere quali capitali circolano a Tarquinia. La stessa cosa è accaduta di recente con la lottizzazione industriale della UBI Leasing. Sanno i consiglieri chi c'è dietro la UBI Leasing?
Ricordiamo anche la vicenda dell'autostrada: inutile, dannosa e costosa – 4 miliardi di euro contro gli 800 milioni per la messa in sicurezza dell'Aurelia. L'autostrada passerà tra le case di Tarquinia ed è stata approvata in modo bipartisan dai soliti silenti consiglieri, che hanno detto sì ad un inquinamento 5 volte maggiore di quello prodotto dalla statale attuale. Inoltre hanno assentito alla privatizzazione dell'Aurelia con annessi pedaggi e distruzione di altre centinaia di ettari di terra agricola.
Tornando all'Italia soffocata dal cemento, Tarquinia fa la sua parte. Vari amministratori hanno alacremente lavorato negli ultimi dieci anni per i cementificatori. Grande è stato il loro impegno per la rimozione del vincolo di “Zona di recupero e riqualificazione ambientale” che gravava sulle lottizzazioni costiere di San Giorgio e Pian di Spille, vincolo destinato a contenere la totale compromissione di alcuni dei nostri gioielli ambientali. Tra i politici più attivi c'era e c'è l'attuale Vice Sindaco Serafini, abile a trovarsi sempre in maggioranza. Fa notizia che una delle lottizzazioni l'abbiano comprata i Sacchetti a cui Serafini è legato da tempo.
L'ULTIMA VICENDA: MARINA VELCA
Di recente, seguendo il solito copione, i consiglieri comunali hanno approvato l'ampliamento del campo da golf con annessa lottizzazione, che riverserà nuovo cemento, corrispondente a circa 200 villette sulle nostre più fertili terre agricole. I consiglieri nemmeno stavolta si sono chiesti chi sia l'attore. Apparentemente l'operazione ruota attorno alla Patron Capital Italia, un fondo immobiliare il cui amministratore delegato dirige da qualche anno anche il golf club di Tarquinia. Ma il vero dominus dell'operazione è un signore salito alla ribalta della ricostruzione de L'Aquila per alcune vicende fuori schema, basate su rapporti stretti con Bertolaso, poco gradite a molti aquilani. Il personaggio si chiama Antonio Napoleone e la sua società di riferimento è Europa Risorse srl. Negli uffici di Europa Risorse è maturato “l'ampliamento” del campo da golf di Marina Velca.
In
un'interrogazione parlamentare del ... novembre 2010 si legge: la
società Europa Risorse s.r.l. è partecipata al 50 per cento dalla
“Doughty Hanson & Co”, la cui corrispondente italiana
risulta controllata da una società, la “Brac1 Company”, con sede
alle isole Cayman, nazione inserita nella lista nera dei paradisi
fiscali dell'Unione europea; la società Europa risorse s.r.l. è
partecipata al 50% dalla “Bpd”, il cui capitale azionario è
controllato dalle seguenti società: “Itaca srl” 25%,
“Napoleone&Partners” 25%, “I&M Investments srl” 5%,
“Tolfin srl” 24%, “Fiuminvest” 25%; le società Itaca, Tolfin
e Fiuminvest il 22 dicembre 2006 hanno istituito in Lussemburgo una
società anonima dal nome “Box i”.
È
chiaro
che dietro società anonime e off-shore si nascondono operazioni
oscure: non fa molta differenza che si tratti di capitali
inconfessabili accumulati da chi non poteva farlo o di capitali di
cui sarebbe disdicevole conoscerne la proprietà o di capitali di
ancora più grave origine. Per voi consiglieri comunali quelle
società rappresentano l'ignoto a cui state affidando Tarquinia. Non
vi interessa saperne di più? Il problema è che non volete saperne
di più, perché è pericoloso chiedere di saperne di più: si
interrompono carriere, si perdono amicizie. Restano le seguenti amare
considerazioni. Nella terra della centrale a carbone che non doveva
esserci e oggi vi trova tra i suoi più grandi supporter. Nella terra
che aveva sempre rifiutato l'autostrada inutile e oggi vi vede lì a
fare il tifo per la A12.
Nella terra del cementificio delle carte
fasulle e dei segreti inconfessabili a cui non vi siete ribellati.
Nella terra della P2 (vedi le operazioni di Valori), della P3 (vedi
le operazioni degli amici di Scajola e Bertolaso) e delle tante mafie
che girano da queste parti, denunciate coraggiosamente da Luigi Daga,
a cui il vostro sindaco ha dato del “vecchio trombone” senza un
vostro moto di ribellione. Nella terra dove menti depravate cercano
di dare la colpa di 40 anni di inquinamento Enel agli agricoltori,
senza che voi consiglieri abbiate almeno occupato la sala consigliare
per protesta. Nella terra dove le istituzioni pubbliche sono
diventate mercenari che difendono gli inquinatori in cambio di
denaro.
Ebbene, in questa terra faremo di tutto perché rimanga più a lungo possibile la memoria del vostro comportamento.
Ernesto Cesarini
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