Sos racket, usura, ultime notizie, Milano - E' da lunedì 22 novembre che non beve e cominciano a fargli male i reni: Frediano Manzi, fondatore nel 1992 di "Sos racket e usura", ha deciso di fare lo sciopero della fame, della sete e dei farmaci per la pressione che abitualmente prende, per protestare contro l'assenza dello Stato, che lascia "soli chi ha avuto il coraggio di denunciare i propri aguzzini".
"Finora abbiamo convinto un migliaio di imprenditori e di persone comuni a denunciare gli usurai- spiega Frediano Manzi-. Ma ora sono tutti arrabbiati con noi perchè gli imprenditori aspettano fino a quattro anni prima di ottenere i fondi dallo Stato previsti dalla legge contro l'usura (la n. 108 del 1996, ndr) e non si tratta di una regalia ma di un mutuo che quindi comunque restituiscono. Per chi invece una partita Iva non l'ha, la situazione è più drammatica perchè è escluso da ogni sostegno".
Sono quattro le richieste di Manzi al Parlamento e al governo. La possibilità di accedere ai fondi antiusura anche per chi non è imprenditore, riduzione dei tempi di attesa per ottenere i sostegno dalla Stato, sequestro delle oltre 200 mila società finanziarie fasulle che su internet adescano le potenziali vittime. Manzi continuerà nel suo sciopero della fame fino a quando "non ci sarà un impegno pubblico da parte dei parlamentari e del governo a cambiare questa situazione".
"Capisco che la crisi politica stia focalizzando l'attenzione su altri temi, ma mi basta un impegno pubblico e concreto da parte loro". Finora hanno espresso solidarietà a Frediano Manzi Salvatore Borsellino, fratello del giudice assassinato dalla mafia, e Giulio Cavalli, attore e consigliere regionale della Lombardia.
Fonte: Agenzia Dire
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