'NDRANGHETA, ROBERTO SAVIANO: QUANTO DICO TUTTO DOCUMENTATO/ intanto il Giornale di Berlusconi, dopo Mercegaglia, continua a colpire Saviano
Come ricorderete dopo le critiche del ministro Maroni, puntuale è partito il battage di Vittorio Feltri contro "il predicatore star", ovvero un uomo che vive sotto scorta ed è stato condannato a morte dalla camorra.
NON LASCIAMOLO SOLO
"Quello che ho detto e' documentato. L'incontro tra il consigliere
regionale della Lega e gli uomini delle cosche e' negli atti dei pm Ilda
Boccassini e Giuseppe Pignatone. E ricordo al ministro Roberto Maroni che l'unico
direttore di una Asl arrestato per 'ndrangheta e' quello di Pavia, dove
comune, provincia e regione sono amministrati anche dal suo partito
stiamo parlando di una Asl che gestisce strutture di eccellenza e fa
girare 700 milioni di euro l'anno. E ricordo che l'ultimo sindaco
arrestato in un procedimento per collusioni con le cosche calabresi e'
quello di Borgarello un paese alle porte di Pavia, non una cittadina
della Locride''. Lo sottolinea Roberto Saviano in un colloquio pubblicato sul settimanale L'Espresso alcunio giorni fa in riferimento a quanto
affermato durante la trasmissione di Rai Tre, 'Vieni via con me'.
Non si tratta di illazioni - afferma Roberto Saviano - ma di elementi
concreti che emergono dalle indagini e che devono essere
sottoposti all'attenzione dell'opinione pubblica: in Lombardia
la Lega e' forza di governo e oggi gli uomini delle cosche
calabresi, attivi nella regione da decenni, puntano a investire
i loro capitali nei cantieri dell'Expo 2015. E' un'analisi
della Superprocura antimafia, lungamente discussa nella
commissione parlamentare proprio perche' per entrare negli
appalti loro hanno bisogno della politica e soprattutto della
politica che controlla la spesa sul territorio. Per questo
tutta la criminalita' organizzata guarda con favore a una
riforma federalista del Paese: vogliono centri di costo alla
loro portata".
Alle mafie "piace un certa idea di federalismo, quella che
potrebbe consegnargli gran parte del Sud. Oggi la prospettiva
e' semplice: la mentalita' delle mafie e' essenzialmente
predatoria, puntano a divorare le risorse ed e' molto piu'
facile farlo nelle capitali regionali che non a Roma: possono
fare pesare il loro controllo del territorio, la loro violenza,
i loro voti e i loro soldi. Per questo con il livello di
infiltrazione che c'e' nelle regioni del meridione, il
federalismo potrebbe finire con l'essere un regalo e far
diventare Campania, Calabria e Sicilia davvero 'cose nostre'.
Perche' oggi la forza delle mafie non e' piu' nella capacita'
di usare la violenza, ma nella disponibilita' quasi illimitata
di capitali, affidati a facce pulite e capaci di condizionare
la politica soprattutto a livello locale".
Per Roberto Saviano, "il federalismo, a partire da quello fiscale,
potrebbe anche dimostrarsi un'occasione, un punto di partenza
per una rinascita del Sud. Ma a due condizioni, e cito
l'analisi del magistrato Raffaele Cantone: creare controlli
rigorosi sulle uscite di denaro pubblico e fare una selezione
sulla classe dirigente politica e burocratica. Le istituzioni
regionali dovrebbero rispondere in prima persona del denaro,
che oggi invece alimenta consorterie, sprechi e arricchisce le
nuove mafie, che stanno spostando il cuore del loro business
dai cantieri alla sanita'. Oggi pero' il quadro generale e'
desolante: si amplificano le retate e i sequestri di beni,
presentandoli come la panacea contro la criminalita'
organizzata mentre non c'e' nessuna strategia per contrastare
il dilagare di questa nuova imprenditoria mafiosa, che investe
i suoi capitali soprattutto al nord. Credo che questa dovrebbe
essere la preoccupazione di Maroni, leader di un partito che fa
del progetto federalista la sua ragione d'essere: creare un
sistema di controlli che prevenga questa minaccia, emersa con
chiarezza nelle inchieste dei magistrati e nelle analisi delle
forze dell'ordine che rispondono al suo dicastero
Intanto il Giornale di Berlusconi ha fatto partire una campagna contro l'autore di Gomorra "che dà
del mafioso al Nord".
Noi non ci stiamo, scrive invece l'Unità, difendiamo tutti insieme lo
scrittore Roberto Saviano.
Dopo le critiche del ministro Maroni, puntuale è partito il
battage di Vittorio Feltri contro "il predicatore star", ovvero un uomo
che vive sotto scorta ed è stato condannato a morte dalla camorra.
Non
lasciamolo solo. FIRMA ANCHE TUsu L'Unità con nome, cognome e città: io sto con Saviano.