Rifiuti e rimborsi Iva, ultime notizie Roma - Il Dipartimento delle Finanze ha emanato una circolare per cercare di bloccare i rimborsi Iva sull'imposta dei rifiuti. Una vicenda che, piu' va avanti per cercare da parte del Governo di non rimborsare ai contribuenti il maltolto, piu' fa danno al Paese, alla Giustizia e alla fiducia dei cittadini nello Stato.
La vicenda comincia nel 2009 quando la Corte Costituzionale sentenzia che la Tariffa di Igiene Ambientale (Tia) era un tributo e non il corrispettivo per un servizio, per cui l'Iva non andava pagata. Vari e goffi tentativi parlamentari di imporre comunque questo pagamento erano sfociati in un articolo della manovra finanziaria dello scorso 25 maggio in cui si stabiliva per legge che la Tia era una tariffa e l'Iva andava pagata. Ma, non si sa se per errore o pudore istituzionale di fronte alla sentenza della Corte Costituzionale, la Tia della manovra finanziaria non era quella in vigore ma un'altra che sarebbe dovuta entrare in vigore quando il regolamento attuativo fosse stato approvato. “Gaffe” a cui il Governo aveva rimediato con un ordine del giorno che assimilava la vecchia Tia alla nuova.
Situazione che, pero', ha continuato a favore i contribuenti: numerosi si sono rivolti ai giudici per il rimborso e hanno anche ottenuto sentenze favorevoli. Mentre Comuni come Roma, per esempio, hanno cominciato a non far piu' pagare l'Iva.
Ora arriva la circolare del Dipartimento Finanze che ribadisce l'ordine del giorno del Governo: la Tia vecchia e quella nuova hanno analoghe caratteristiche, quindi l'Iva che si dovrebbe pagare per la Tia nuova (non in vigore) va pagata anche per quella vecchia.
Una circolare, per l'appunto, che si rifa' ad un ordine del giorno, cioe' due atti che non hanno forza di legge. Legge che dice che l'Iva va pagata per la nuova Tia non ancora in vigore; legge che dice (sentenza Corte Costituzionale) che l'Iva non va pagata per la Tia ora in vigore.
Chi ha ragione? A nostro avviso la legge. Altrimenti l'avrebbero modificata, ma non hanno l'ardire di andare contro la Corte Costituzionale per cui si affidano a questi atti (ordine del giorno e circolare) che dovrebbero intimidire amministratori comunali, contribuenti e giudici.
Noi, ovviamente, continuiamo a consigliare i contribuenti ad esigere il rimborso per gli ultimi cinque anni attraverso un messa in mora al proprio gestore dei rifiuti.
Comunicato di Vincenzo Donvito