Ultime notizie, Roma - "Frane e inondazioni, come la maggior parte dei fenomeni naturali, sono del tutto naturali, e contribuiscono a scolpire il paesaggio italiano così come noi lo conosciamo. Il problema si pone quando frane e inondazioni interferiscono con la sfera degli interessi e delle attività umane: le persone, gli edifici pubblici e privati, le infrastrutture, ma anche i beni culturali, e il patrimonio agricolo e forestale". In questi casi, il danno prodotto "può essere molto rilevante". Fausto Guzzetti, direttore dell'Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica (Irpi) del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), parla della brutta realtà italiana, con il maltempo che negli ultimi due giorni ha causato vittime in seguito a frane facilitate dall'incuria del territorio. Quel che è "indubbio- spiega- è che un più adeguato utilizzo del territorio può ridurre gli effetti, anche tragici, degli eventi di frana e di inondazione". Il punto, però, è che "veniamo da un lungo periodo di scarsa o totale mancata attenzione all'utilizzo del territorio". Sistemare le cose adesso "è certamente possibile ma costoso e, soprattutto, richiede uno sforzo di lungo periodo. In questo campo, non esistono scorciatoie o soluzioni miracolistiche", afferma l'esperto.
DAL 1950 AL 2008, 9 MILA MORTI - I dati, peraltro, parlano chiaro. In Italia, spiega sempre Guzzetti, "è particolarmente elevato l'impatto che le frane e le inondazioni hanno sulla popolazione". Basti pensare che "fra il 1950 ed il 2008, emerge come vi siano state almeno 6.380 vittime (morti, dispersi, feriti) per frana, e almeno 2.699 vittime di inondazioni". Nello stesso periodo, "tutte le regioni italiane hanno subito vittime per frana o per inondazione". Le regioni "più esposte al rischio da frana per la popolazione sono state il Trentino- Alto Adige (675 vittime dovute a 198 eventi franosi), la Campania (431 vittime in 231 eventi), la Sicilia (374 vittime in 33 eventi), e il Piemonte (252 vittime in 88 eventi)". In Veneto, "il solo evento del Vajont del 9 ottobre 1963 causò oltre 1.900 vittime". Le regioni più esposte al rischio da inondazione per la popolazione sono state il Piemonte (235 vittime in 73 eventi alluvionali), la Campania (211 vittime in 59 eventi), la Toscana (456 vittime in 51 eventi), e la Calabria (517 vittime in 37 eventi).