Quali democratici della Tuscia guardiamo con viva preoccupazione a quanto sta avvenendo in queste settimane a Tarquinia.
Nel partito manca una riflessione collettiva sulla complessa questione del carbone e le poche prese di posizione che abbiamo letto sembrano esaurirsi nella angusta logica del “soccorso di corrente”, senza offrire alcun contributo al dibattito.
Sulle compensazioni preventive le amministrazioni comunali interessate si sono divise: Tarquinia ha ritenuto di accettare, altri enti hanno rifiutato sdegnosamente.
Non siamo in grado di giudicare la decisione degli amministratori cornetani. E' bene quindi risparmiare ai tarquiniesi l'ennesimo giudizio sommario.
E' però un fatto che l'ENEL, in concomitanza con la messa in funzione della centrale, si è offerta di disseminare le amministrazioni comunali del litorale laziale di decine e decine di milioni di euro (le cosiddette compensazioni, 15 milioni di euro solo per il Comune di Tarquinia).
Le elargizioni vengono fatte anche ad enti il cui territorio non è direttamente interessato dagli impianti. Non si tratta quindi di una sorta di indennizzo collettivo per una costituenda servitù.
E' anche difficile pensare di essere di fronte ad un atto di pura filantropia.
All'evidenza le somme milionarie preventivamente erogate dall'ENEL sono da mettere in relazione con gli inevitabili effetti pregiudizievoli che la centrale determinerà sui fattori ambientali, sulla pubblica salute e sull'economia di una vasta area circostante.
Se è così sarebbe un grave sbaglio sottovalutare la protesta, perché essa verte su questioni destinate a non dissolversi nel breve periodo.
Non si faccia il grossolano errore di valutare l'impatto elettorale e politico di una vicenda come questa in base al numero dei militanti no coke presenti a Tarquinia.
La politica, anche in un momento di grave crisi come quello attuale, non è la mera sommatoria di pacchetti di preferenze e di reti personali, come molti si ostinano a credere anche nel PD.
Chi pone delle questioni reali, di interesse collettivo, influenza la formazione della pubblica opinione. E ad essere più sensibili su tematiche come questa è la parte di elettorato tradizionalmente più vicina al centrosinistra.
Chi protesta a Tarquinia, a torto o a ragione, lo fa in nome di ragioni che sentiamo nostre e che vogliamo rappresentare.
I valori del rispetto dei programmi e degli impegni presi con gli elettori, il rifiuto dell'asservimento della politica ai poteri economici, la tutela della salute dei cittadini e dell'ambiente, l'attenzione alle istanze che vengono dal territorio, sono le ragioni del nostro fare politica e quelle dei milioni di italiani che hanno votato alle Primarie del 14 ottobre.
In democrazia alle contestazioni, anche a quelle che si ritengono volgari ed ingiuste, è bene reagire con azioni politiche concrete e non certo con le querele.
Ora l'amministrazione di Tarquinia ha i mezzi per controllare in modo approfondito gli effetti delle immissioni della Centrale e per approntare le conseguenti iniziative a tutela della cittadinanza e del territorio.
Che si impieghi a tal fine una parte importante delle somme ricevute dall'ENEL. Si decida con la società civile tarquiniese e con l'opposizione come monitorare la situazione. Si affidi il controllo a persone al di sopra di ogni sospetto, palesemente autonome dalla amministrazione comunale e di indiscussa sensibilità ambientale. Si reagisca in modo energico al benché minimo superamento dei parametri di legge.
In definitiva si dimostri da subito con i fatti che ci si muove al di fuori di qualsiasi logica compromissoria e che la compensazione non sarà certo il prezzo di una futura inerzia.
Così facendo gli amministratori tarquiniesi faranno del bene alla città e a loro stessi.
ASSOCIAZIONE PROGETTO DEMOCRATICO
( già Associazione per il Partito Democratico della provincia di Viterbo)
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