La vita coniugale del Rinascimento verrà rievocata a Firenze alla Galleria dell’Accademia e al Museo Horne a partire dal prossimo 8 giugno. Oltre 40 tavole del Quattrocento, nate come parti di sontuosi arredi – cassoni, spalliere, letti – delle case fiorentine e provenienti da prestigiosi musei esteri ed italiani, potranno essere ammirate fino al 1 novembre. Queste tavole erano destinate ad arredare soprattutto la camera degli sposi e servivano a trasmettere messaggi di monito e incitamento verso una condotta ritenuta esemplare per la coppia, a dimostrazione che all’epoca l’amore dovesse sottostare a regole sociali più che sentimentali.
La mostra, prende spunto dal cosiddetto ‘Cassone Adimari’, una grande spalliera raffigurante un ballo rinascimentale e dipinta dal fratello di Masaccio, Giovanni di Ser Giovanni detto lo Scheggia.
I cassoni, poiché venivano in genere tenuti addossati alle pareti, avevano solo tre lati decorati. Rarissimi sono quelli interi giunti fino a noi e fra questi è esposto in mostra quello raffigurante il Palio di San Giovanni, dipinto da Giovanni Toscani, del Museo Nazionale del Bargello.
I temi solitamente raffiguravano testi biblici, episodi storici e opere di autori quali Petrarca e Boccaccio. Ispirata al Decamerone è ad esempio la storia di Griselda, simboleggiante la virtù dell’obbedienza e dell’abnegazione e illustrata da Pesellino nelle tavole provenienti dall’Accademia Carrara di Bergamo.
L’usanza voleva che i cassoni, destinati a custodire i beni di famiglia, fossero commissionati a coppie, con una decorazione unitaria. A tal proposito, da citare sono i cassoni con le Storie di Ulisse (Cracovia, Castello di Wavel) che, come in un libro a fumetti, illustrano le avventure del re di Itaca.
Una sezione della mostra con opere provenienti da collezioni private è allestita al Museo Horne
Laura Pagnini
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