Ultime notizie Tuscia, Alfio Pannega è morto: ricordi e pensieri - Con Alfio se n’è andato un figlio del popolo, un testimone del Novecento. Un pezzo della storia rurale e proletaria di Viterbo. Se n’è andato uno di noi.
Con Alfio muore un compagno di tante battaglie politiche, uno degli ultimi baluardi cittadini alla globalizzazione, alla società degli interessi frivoli.
Per noi è un onore averlo avuto tanti anni come iscritto al circolo. Lo ricordiamo, ancora oggi, in prima linea, nonostante gli acciacchi e la vecchiaia negli ultimi tempi non gli concedessero sconti. Lo vogliamo ricordare così, Alfio. La “mascotte” di tante battaglie. L’icona vivente di un modo di vivere controcorrente, lontano da una città che negli ultimi anni ha fagocitato tutto, calpestando le sue radici, coprendole di cemento.
Alfio era sempre presente a tutte le nostre iniziative. Quando c’era da sollevare un coro sdegnato contro le ingiustizie lui stava lì,
con la sua saggia e prepotente presenza. Un manifesto vivente di un pezzo di Viterbo che ha lottato contro le ingiustizie, a favore dei più deboli, degli emarginati, dei diversi, contro coloro che vanno distrattamente di fretta infischiandosene di tutto il resto.
Oggi ci sentiamo tutti più soli e forse anche più stanchi nel portare avanti le nostre lotte. Alfio rimane per noi un esempio.
Porteremo nei nostri cuori i suoi racconti di vita e le sue poesie. Quando mesi fa rifiutò la targa del Comune per noi non fu un gesto di ribellione, ma un atto di dignità. Ora è facile cantare le lodi di chi è stato emarginato per tanti anni. In questo momento il nostro pensiero corre ai compagni del centro sociale Valle Faul, la sua famiglia. Ragazzi e ragazze con i quali si adottò a vicenda nella buona e nella cattiva sorte, vivendoci in simbiosi. Forse meritava più rispetto quando era ancora in vita, forse tutta la città doveva accorgersi prima di un testimone così nobile.
Per questo chiediamo che gli venga intitolata una via di Viterbo. Lui, modesto, avrebbe abbassato il volto, accettando volentieri. Un tributo postumo all’ultimo dei grandi viterbesi.
Il circolo “Gaspare Bocchini” di Rifondazione comunista
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