Lionel Messi, ultime notizie Fair Play, la storia fantastica di Lionel Messi, campione da sempre, ultime news calcio - Callao, costa centrale del Perù. L’anno è il 1997. A pochi passi dalle baie dell’Oceano Pacifico si disputa la XIV edizione della Copa Amistad, una delle competizioni calcistiche giovanili più importanti del Sudamerica, organizzata dalla Academia Deportiva Cantolao, storica istituzione sita a Lima e dedita alla promozione e allo sviluppo del fùtbol peruviano e dei paesi limitrofi.
Una compagine di undicenni locali affronta i pari età dell’argentina Newell’s Old Boys, Uniformi di gara in una partita che non ha storia. Gli ospiti, infatti, dispongono a proprio piacimento degli avversari, portando a casa una vittoria dal punteggio incalcolabile (la proverbiale vittoria per “tanto a poco”, si direbbe). Tra le fila dei “Vecchi ragazzi di Newell” (l’emigrante inglese che nel 1903 fondò il club a Rosario) spicca un bambino dalla zazzera castana, più giovane dei compagni di un anno e alto poco più del pallone. Il mister gli ha già appiccicato addosso un’etichetta: la pulga (la pulce), per via della sua statura per nulla rassicurante (i medici, infatti, gli hanno diagnosticato una grave deficienza ormonale della crescita).
A compensare l’evidente gap fisico, questo giovane atleta sembra avere la magia nei piedi: dribbla l’avversario con una semplicità disarmante, calcia , controlla, finta con entrambi i piedi (ma il sinistro è una delizia), raggiunge traiettorie e velocità di corsa difficilmente pareggiabili. Imprendibile lui, imprendibili i palloni scagliati al di là del portiere avversario. Somiglia al Nino cantato da De Gregori nella Leva Calcistica del ’68. E a far star tranquillo il cantautore romano, questo futbolista in miniatura non ha nemmeno “paura di sbagliare i calci di rigore”, tant’è che è infallibile anche dagli undici metri. La partita finisce, i piccoli peruviani sono attoniti e delusi. Qualcuno di loro piange addirittura, tanto è stata cocente la sconfitta. Uno di loro sembra inconsolabile, si getta a terra disperato.
Qualcuno tra pubblico e squadre teme un malore, ma in realtà si tratta di seri capricci infantili, corredati da un pianto a dirotto; la pulce argentina, involontario responsabile di questo piccolo dramma sportivo, è il primo a lanciarsi in uno smodato gesto di fair play: si sdraia sul corpicino singhiozzante dell’amichetto di Callao, consolandolo e raccogliendolo da terra. Lui il carnefice, l’altro la vittima.
I due coetanei si stringono in un abbraccio fraterno che sa di maturità, sebbene questa sia tradita dall’età. Tutti applaudono ed escono dal campo commossi, chi per un motivo, chi per un altro. Se è vero che la predestinazione nel calcio esiste, “quel bambino prodigio diventerà un campione”, si dirà.
Sì, se il suo nome è Lionel Messi. Enfant terrible!
Andrea Salvi
- Uno Notizie dal Mondo - ultime news Perù -