Tarquinia - Davvero strani i responsabili del Viminale. Ci dicono da settimane che il flusso dei clandestini in arrivo dalle coste africane è quasi ... scomparso eppoi vorrebbero moltiplicare i Centri di Identificazione ed Espulsione.
La “ferale” notizia - ha provocato la immediata e comprensibile reazione del Sindaco di Tarquinia il quale, fortemente impegnato nel convincere i suoi amministrati che il carbone a Torre Valdaliga, il policombustibile a Montalto, la Centrale alla Roccaccia e, per ultimo, il Cementificio, contribuiscono allo sviluppo sociale (e non solo) del comprensorio, si è sentito assediato dichiarando ai quattro venti: “E’ in gioco l’economia e l’immagine della città”.
Nessuno si è reso ancora conto che cosa intenda Mazzola per “economia e immagine”, dal momento che l’agricoltura sta annaspando e come immagine oggi Tarquinia può presentare soltanto iniziative scellerate imposte da altri ma subite con esecrabile noncuranza.
E’ vero, dopo la decisione dei pro-consoli romani di realizzare un Centro per disperati nelle ex polveriera, tutti insieme dobbiamo ribellarci. Ha fatto bene Mazzola ad urlare; peccato non abbia accompagnato le urla ad una “ordinanza” che dichiara l’inagibilità del sito per ragioni igienico-sanitarie.
E se il Governo - Maroni in testa - volesse in seguito tacitare il Comune di Tarquinia con un “benefit” sostanzioso come fece l’Enel per il carbone alla centrale di Torre Valdaliga Nord, cosa ribatterebbe il Primo Cittadino della Tarquinia sull’orlo di una grave crisi... respiratoria?
Relativamente alla “immagine”, poi, è quasi patetico l’urlo del “Sor Mauro” in quanto solo lui non si è ancora reso conto che la cittadina etrusca sta subendo attacchi devastanti al proprio territorio.
Ogni abitante tarquiniese potrebbe chiedergli quale opposizione ha messo in atto per impedire i danni alla salute prodotti dal carbone, cosa ha fatto per contrastare la Centrale a Biomasse al confine con Tuscania e cosa è disposto a... rischiare per diradare il fantasma del Cementificio di prossima concretizzazione.
Se ha trovato il coraggio per “ negare” l’aula consiliare a chi ama Tarquinia più di lui, significa che l’attuale sindaco merita un sollecito ritorno alle vecchie abitudini.
Chissà, forse la ritrovata libertà potrebbe convincerlo a riattivarsi perché almeno il Conservificio venga recuperato.
La sua chiusura ha pesato su tante famiglie meno che su quella di Mazzola, peraltro fiducioso nella riapertura, specie in ... campagna elettorale!