Si è riunito presso l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, Fao, un gruppo di esperti indipendenti al fine di stilare una serie di proposte per la limitazione del commercio internazionale di alcune specie acquatiche, nell’ambito della Convenzione sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora selvatiche minacciate d'estinzione (Cites).
Istituita per proteggere le specie selvagge che maggiormente e direttamente sono state danneggiate dagli effetti negativi della commercializzazione, la Convenzione Cites ha istituito un elenco che prevede vari gradi di controllo che vanno dall’imposizione di misure restrittive del commercio (se incluse nell’Appendice II del Cites) al bando totale di ogni attività commerciale (Appendice I).
Le proposte presentate dai vari componenti del Cites, che saranno esaminate nel corso della XV Conferenza del Cites (Doha, Qatar, 13-25 marzo 2010), chiedono alla Convenzione di controllare il commercio internazionale di certe specie di squali e di coralli, e di bandire del tutto il commercio internazionale del tonno rosso (Thunnus thynnus).
Formato da 22 esperti internazionali di 15 Paesi differenti, il gruppo consultivo, è stato convocato per valutare le proposte in accordanza con i criteri stabiliti dalla Convenzione e per formulare raccomandazioni indipendenti ed imparziali basate su criteri scientifici presentati per ogni singola proposta.
In seguito a un’analisi approfondita durata sei giorni e utilizzando i criteri Cites, il team di esperti ha deciso di includere le seguenti specie nell’Appendice II del Cites: lo squalo longimanus (Carcharhinus longimanus), lo smeriglio (Lamna nasus), lo squalo martello merlato (Sphyrna lewini). Inoltre, per rafforzare la protezione dello squalo martello si è proposta l’inclusione di altre due specie di “aspetto simile”, il pesce martello maggiore, (Sphyrna mokarran) ed il pesce martello (Sphyrna zygaena).
Per le restanti specie in considerazione, lo Squalus acanthias conosciuto comunemente come spinarolo, e tutte le specie della famiglia corallina delle Coralliidae, gli esperti hanno stabilito che non vi fossero abbastanza prove secondo i criteri Cites, per una loro inclusione nell’Appendice II. In ogni caso una cattiva gestione di queste specie in alcune zone di distribuzione è motivo di “seria preoccupazione” sollecitando azioni di controllo per evitare che i tassi di sfruttamento superino livelli accettabili.
Il rapporto completo del gruppo consultivo d’esperti sarà disponibile entro il mese prossimo e sarà pubblicato sulla pagina web del Dipartimento pesca ed acquicoltura della Fao.
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