Nei periodi invernali sono fatti di pile, quando inizia a fare caldo invece sono di cotone. Uno è stato realizzato per il primo neonato dell’anno, mentre uno è già pronto per il bimbo che nascerà allo scoccare della mezzanotte del 31 dicembre. Poi ce ne sono moltissimi i cui colori richiamano quelli della squadra del cuore dei neo papà, mentre quasi tutti hanno ricamato ben chiaro il nome del loro legittimo proprietario.
Sono i cappellini che i neonati dell’Unità operativa di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Belcolle indossano, dal momento in cui vengono alla luce fino a quando giunge l’ora di andare a prendere possesso delle loro future case. Ovviamente, i cappellini se li porteranno a casa come ricordo che le mamme, di tanto in tanto, tireranno fuori dal cassetto quando saranno grandi e robusti.
La particolarità di questi oggetti deliziosi è che vengono realizzati a mano da tutte le ostetriche del reparto viterbese, le quali, tra un parto e un altro, di notte e in tutti i momenti di pausa lavorativa, prendono in mano ago e filo e iniziano a ricamare. Non è possibile perdere tempo perché, appena avvenuto il lieto evento, i piccoli sentono freddo e la loro testolina deve essere subito messa al caldo. Non si tratta, dunque, di una iniziativa dal valore puramente estetico, ma di un servizio che le ostetriche di Belcolle garantiscono alle mamme e ai loro figli.
Lo scopo è facilitare il contatto pelle a pelle subito dopo la nascita e favorire l’allattamento al seno, passaggio necessario e fondamentale affinché i neonati possano crescere in salute. D’altra parte, non è un caso se anche l’Unicef, tre anni fa, ha riconosciuto al reparto viterbese il titolo di Ospedale amico dei bambini.
“Il questi giorni – spiega la coordinatrice ostetrica, Stefania Bibbiani – ci stiamo portando avanti col lavoro con la preparazione dei cappellini natalizi. Per noi il ricamo è diventata una passione. Lo facciamo con amore perché sappiamo che questo piccolo pensiero per i nostri neonati sarà utile e contribuirà a perfezionare il rapporto di simbiosi che, naturalmente, hanno già con le loro mamme. Il fatto poi di ritrovarci tutte intorno alla macchina da cucire ha rafforzato il nostro spirito di gruppo che è riscontrabile da tutti anche quando siamo in corsia”. L’hobby del ricamo è diventato così allettante che le ostetriche di Belcolle pensano continuamente a come realizzare nuovi modelli, sempre più originali, anche quando finiscono il loro turno di servizio. “Quando, ad esempio, – racconta Stefania Bibbiani – ci capita di passeggiare per un mercatino, finiamo sempre per comprare qualche filo colorato o delle decorazioni fatte apposta per i copricapo dei nostri bebè. Praticamente, ormai, tra di noi si è venuta a creare una vera e propria gara a chi ricama il cappellino più bello. Uno dei momenti più belli, poi, è quando scriviamo il nome del nascituro all’interno della sala travaglio mentre aspettiamo il lieto evento, insieme alle nostre assistite”.
Dalle ultime notizie, inoltre, la Ausl di Viterbo avrebbe deciso di comprare la stoffa per la realizzazione di questi manufatti speciali in modo da contribuire fattivamente all’impegno di queste operatrici sanitarie dalla marcia in più. Si tratta di una spesa non esagerata ma che, senza dubbio, è una sorta di investimento sul futuro delle nuove generazioni.
“Io penso – conclude Stefania Bibbiani – che anche con queste piccole iniziative è possibile concorrere alla creazione di un’immagine della sanità locale attenta ai bisogni dei singoli cittadini. Quando i genitori di queste creature meravigliose
vengono a ringraziarci per il lavoro svolto, per noi è una grossa soddisfazione professionale e umana. È una motivazione determinante che ti spinge ogni giorno a migliorare e a metterci quel pizzico di sentimento in più che non guasta mai”.
- Uno Notizie Lazio - Viterbo -
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